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L’Ars va in vacanza fino al 7 gennaio L’ospedale Piemonte appeso a un filo

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Via libera all’esercizio provvisorio, sì al documento di programmazione economica e finanziaria e lavori incardinati nelle commissioni per il prossimo bilancio. Per quest’anno può bastare. Preso tempo sul bilancio l’Ars va in vacanza. Il presidente Giovanni Ardizzone, su proposta del governo, ha deciso di chiudere la seduta d’Aula e rinviarla al 7 gennaio, con all’ordine del giorno le modifica al ddl ospedale Piemonte -Papardo di Messina e il ddl sulle biobanche.

Proprio l’attesa norma sulla sanità messinese, infatti, resta appesa ad un filo. In discussione c’era la modifica tecnica alla norma che trasferisce sotto la responsabilità dell’Istituto di ricerca diagnosi e cura sperimentale Bonino Pulejo di Messina anche gli accorpati ospedali Piemonte  e Papardo. Una scelta sulla quale il Ministero ha chiesto modifiche e che dal territorio viene fortemente osteggiata.

“È stato tenuto nascosto il progetto vero di tutta questa operazione ovvero la cessione della proprietà della struttura del Piemonte – aveva detto appena ieri Marcello Minasi del Comitato ‘Salvare l’ospedale Piemonte’ -. Dapprima doveva essere soltanto un comodato d’uso a 1 euro: ora hanno gettato la maschera. Questa è la prova del nove che il disegno originario è stato sempre quello della trasformazione del Piemonte per interessi privati”.

L’ex magistrato ha denunciato per l’ennesima volta la cancellazione al Piemonte di Ostetricia e Ginecologia, uno dei punti cardine della lunga battaglia del Comitato: “Hanno trasferito “a casa di Dio” un reparto con mille parti l’anno. Non critichiamo il nuovo punto nascita che riteniamo, piuttosto, funzionerà perfettamente avendone tutti i requisiti. Critichiamo, invece, il fatto che sia sorto in seguito alla chiusura di quello del Piemonte”.

In aula la battaglia si è spostata sul fronte politico con i 5 stelle all’attacco “Le norme presentate da Formica, Grasso & Co. sono incostituzionali e ledono il diritto alla salute -ha sostenuto la deputata del Movimento 5 Stelle Valentina Zafarana – i deputati gettano fango sulla nostra più che legittima opposizione – afferma Zafarana – e fanno credere erroneamente che si rischi la chiusura dell’ospedale”.

La parlamentare Cinquestelle ha anche presentato degli emendamenti correttivi che riportano il ddl al rispetto dei rilievi del Ministero. Secondo la deputata, la tenacia nel portare avanti la norma, con annessi gli emendamenti di Formica e Grasso passati in commissione, è testimonianza della volontà di regalare immobili e patrimonio che erano del Piemonte al Centro Neurolesi Bonino Pulejo di Messina, l’Irccs. “E’ indubbia la nostra volontà di garantire il diritto alla salute e mantenere vivo il pronto soccorso, i cittadini messinesi questo lo sanno”.

La norma tornerà in Aula tra una settimana, il 7 gennaio i deputati a Palazzo dei Normanni dovranno votare per le sorti della struttura ospedaliera. “Chiedo solo  - ha concluso la Zafarana – vengano applicate le leggi dello Stato”.

“Il tema è tutto politico – per il presidente Crocetta – è inutile impelagarci in tecnicismi, a noi interessa trovare una soluzione per salvare l’ospedale Piemonte di Messina. il governo è riuscito a bloccare le azioni del manager dell’ospedale, finalizzate alla chiusura del Piemonte, e la legge lo avrebbe pure consentito. Ma la chiusura è stata bloccata nelle more dell’iter legislativo. Stasera non ci sono le condizioni per andare avanti”.

“Non siamo affezionati ad alcuna soluzione – ha concluso - eccetto che a quella di salvare la struttura per evitare uno scontento di massa per la chiusura di una struttura ospedaliera di cui la gente verrebbe privata”.

Prima della chiusura l’Ars era riuscita, oltre al completamento delle procedure e delle norme tecniche propedeutiche alla finanziaria e al bilancio 2016 e alla chiusura del bilancio 2015, ad approvar il recepimento delle norme nazionali che prorogano i 22 mila precari degli Enti Locali siciliani per tutto il 2016 e a stanziare 81 milioni di euro per loro. La cassa regionale riaprirà, invece, grazie all’esercizio provvisorio, il 18 gennaio e un’ordine del giorno di Forza Italia impegna a trasferire subito ai comuni le risorse residue del 2015.

“L’assessore Lantieri ha espresso parere favorevole – dice l’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’ARS -, impegnandosi ad erogare entro gennaio sia i 200 milioni di parte corrente che i 110 milioni in conto capitale. Forza Italia è soddisfatta per il risultato raggiunto, che consentirà ai comuni siciliani oggi in ginocchio, e che non riescono nemmeno a pagare gli stipendi, di avere una significativa boccata d’ossigeno”.


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