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Fallimentare l’occupazione scolastica Proteste senza sapere il perchè

Riceviamo e pubblichiamo l’opinione di uno studente del Liceo Scientifico S. Cannizzaro di Palermo.

Nelle ultime due settimane il liceo scientifico S.Cannizaro è stato interessato ad una forma di protesta non nuova – l’occupazione da parte degli studenti – che però dal mio punto di vista comunque interno, essendo io uno studente della scuola, ha fallito in pieno almeno in questa occasione.

I motivi del fallimento sono due.

Il primo motivo  è a mio modo di vedere la disinformazione. Questione evidente ed eclatante  anche per via di  alcune interviste  rilasciate da diversi studenti agli organi di informazione. In queste intervist alcuni miei compagni di scuola hanno dimostrato con chiarezza di non essere a  conoscenza del perchè protestassero, del perchè la loro scuola fosse occupata.

Il tema della disinformazione diffusa  andrebbe affrontato e contrastato. In tutti gli istituti in stato di agitazione a Palermo si protesta per  la “buona scuola”. Un pò tutti sanno che la buona  scuola è il principale motivo per cui lo studente medio occupa ma realmente,  quanti di essi sanno di cosa  tratta nello specifico e quali siano i dettagli degli argomenti affrontati nella riforma del Governo Renzi? La risposta è chiara agli occhi del pubblico  perchè tra gli interpellati soltanto in  pochi hanno risposto  in maniera credibile ed esauriente.

Il secondo motivo del fallimento, a mio modo di vedere la reale causa dell’insuccesso della protesta,  è la mancanza di partecipazione: se realmente fossimo tutti d’accordo sull’occupare e sulla necessità di privarci delle ore scolastiche e quindi  di un  diritto – dovere  come quello allo studio sarebbe più efficace la protesta e  più semplice far arrivare un messaggio al  Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per lo più invece gli studenti associano l’esperienza dell’occupazione con l’opportunità di vacanza.

In tanti, quasi tutti, esultano all’idea dell’occupazione, all’idea di non far lezione per far arrivare un messaggio in alto ma in realtà associano tutto ciò con la concreta possibilità di stare a casa a non far niente.

Se realmente noi studenti volessimo far qualcosa potremmo con proteste non illegali come ad esempio uno  sciopero, un corteo, andare davanti al palazzo della Regione, davanti alle principali istituzioni, ovunque pur di far arrivare un messaggio,  ma  purtroppo queste forme di protesta sono state superate da quella che ormai  sembra una azione di forza importante ma invece resta quello che tutti reputano realmente semplicemente  una vacanza: l’occupazione.

Gli studenti del Cannizzaro a mio parere quest’anno dovrebbero  solo riflettere perchè se realmente si fosse voluto  protestare per una giusta ragione avrebbero  fatto in modo di non far  trascorrere le ultime  due settimane come giornate  di inferno puro che molti di noi studenti, più o meno consapevoli delle reali ragioni della protesta,  abbiamo vissuto.

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