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Mafia vecchio stile a Palermo Boss Profeta era tornato a comandare

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Sarebbe stato Salvatore Profeta, boss di medio livello coinvolto nella strage di via D’Amelio e scarcerato nel 2011, a guidare il mandamento di Santa Maria del Gesù a Palermo, uno dei più antichi ‘fortini’ di Cosa Nostra a Palermo.

Profeta avrebbe retto l’organizzazione con metodi tradizionali di affiliazione che si pensava appartenessero ormai al passato. Boss ‘punciuti’ e picciotti reclutati e fatti entrare nell’organizzazione con riti antichi e accantonati.

GUARDA I VOLTI DEGLI ARRESTATI

Dalle prime luci dell’alba la Polizia di Stato sta dando esecuzione a numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP presso il Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia per sgominare proprio il clan di Santa Maria del Gesù che raggiungeva anche l’area della Guadagna. Agli odierni arrestati vengono contestati i reati di associazione mafiosa, estorsione e rapina.

In manette questa notte sono finiti, oltre a  Salvatore Profeta che era stato scagionato e rimesso in libertà nel 2011 scagionato dall’ergastolo per la strage Borsellino, il figlio Antonino e il nipote Rosario. Profeta era tornato a capo del mandamento di Santa Maria di Gesù.

“Sicuramente un quartiere chiuso e molto difficile quello della Guadagna – spiega Rodolfo Ruperti capo della mobile di Palermo – l’attività investigativa ha dimostrato come Salvatore Profeta aveva ripreso in mano le redini del mandamento mafioso grazie al suo carisma. Carisma che abbiamo constatato anche stanotte visto che quando lo stavamo arrestando c’è stata una lunga processione intorno che ha reso molto complicate anche le fasi dell’arresto”.

Salvatore Profeta, capo della famiglia di Santa Maria di Gesù indicato da alcuni collaboratori di giustizia come “uomo d’onore” del clan sin dai tempi del suo storico capo Stefano Bontate, già condannato per mafia, estorsione e droga, fu arrestato per la strage di via d’Amelio. Contro di lui le accuse del cognato, il falso pentito Vincenzo Scarantino autore di un depistaggio.

Profeta, scagionato, poi, dall’accusa di partecipazione all’eccidio dal collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, venne rilasciato a ottobre del 2011. Rimesso in libertà, secondo le indagini ha ripreso le redini del mandamento. La sua posizione di comando è stata riconosciuta incondizionatamente sin da subito anche da altri esponenti mafiosi di spicco che in diverse occasioni si sono sottoposti al “rito del bacio in fronte” dispensato dal capo famiglia.

Nel mandamento della Guadagna due gli ultimi omicidi su sui stanno indagando gli agenti della mobile: quello di Giuseppe Calascibetta ucciso il 20 settembre del 2011 sotto casa  e quello più recente di Mircko Sciacchitano. Ucciso da un commando killer lo scorso 3 ottobre dopo che in precedenza era stato ferito un commerciante.

Oltre ai familiari, i provvedimenti cautelari sono stati eseguiti anche nei confronti di Francesco Pedalino, Giuseppe Galati e Antonino Palumbo, impegnati, per conto della famiglia, nel controllo della zona di via Oreto.


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