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Guadagna fortino di Profeta Tanta gente per ‘l’ultimo bacio’

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E’ stata una indagine complessa in una zona del capoluogo che non sembra Palermo: il quartiere Guadagna rappresenta un fortino. E’ stato difficile eseguire pedinamenti e intercettazioni, e anche stanotte centinaia di persone si sono riversate in strada, mentre arrestavamo il boss Salvatore Profeta; gente commossa che voleva farsi vedere da lui, attestare la presenza e la loro vicinanza al boss”.

Lo ha detto Rodolfo Ruperti, capo della Squadra Mobile di Palermo. “Profeta fin dalla sua scarcerazione – ha aggiunto Ruperti – ha ripreso in mano le redini della famiglia che ricorda, dal punto di vista organizzativo, i clan della ‘Ndrangheta, visto il coinvolgimento dei familiari più stretti ai vertici della cosca. Non a caso oggi abbiamo arrestato il figlio e il nipote di Profeta”. Secondo gli investigatori l’operazione di oggi mette in luce una certa fibrillazione nel quartiere della Guadagna. Ci sono giovani mafiosi agguerriti e disposto a tutto pur di emergere nelle gerarchie. Giovani determinati e cruenti che vogliono scalare le gerarchie mafiose con qualunque mezzo e sono pronti a tutto.

“Nelle indagini che hanno portato all’arresto di Profeta – ha detto Longo – ho rivisto scene di 20 anni fa, quando mi occupavo di mafia. Come il bacio in bocca tra i boss o l’omaggio reso alla famiglia del capo mafia nel corso della processione della Madonna Dormiente, durante la quale, il corteo religioso ha deviato il suo naturale percorso, in segno di riverenza, passando sotto il balcone dell’abitazione del boss mafioso”.

La squadra mobile di Palermo ha creato una squadra che consente di seguire parallelamente alle indagini di mafia quelle patrimoniali. Alla luce di questa nuova organizzazione, come ha sottolineato il capo della mobile Rodolfo Ruperti, nell’ambito dell’operazione antimafia “Stirpe” in cui è stato arrestato il boss Salvatore Profeta è stato possibile sequestrare tre società intestate formalmente a prestanome, ma come hanno accertato le indagini della polizia nella disponibilità del capomafia.

Le tre società sequestrate sono la ‘Mg Express’, la ‘Dpv’ e la ‘Distribuzione Srl’. Durante l’attività investigativa sono stati anche sequestrati conti correnti per centinaia di migliaia di euro e altri documenti che sono al vaglio dei poliziotti. Oltre al boss di Santa Maria di Gesù Salvatore Profeta, di 66 anni, sono stati arrestati anche Rosario e Antonino Profeta, rispettivamente nipote e figlio del capomafia. In carcere anche Francesco Pedalino, Giuseppe Galati e Antonino Palumbo, indicati dagli investigatori come affiliati alla “famiglia” della Guadagna.

Mentre avvenivano gli arresti decine di persone sono scese in strada, questa notte, nel quartiere Guadagna di Palermo per salutare e rendere omaggio al boss Salvatore Profeta, circondato dalla polizia che lo stava arrestando. Una “processione” che ha ostacolato movimenti degli agenti della Mobile, ”Quello della Guadagna è sicuramente un quartiere chiuso e molto difficile – spiega Rodolfo Ruperti capo della mobile di Palermo che ha eseguito il blitz – l’attività investigativa ha dimostrato come Salvatore Profeta aveva ripreso in mano le redini del mandamento mafioso grazie al suo carisma. Carisma che abbiamo constatato anche stanotte, visto che quando lo stavamo arrestando c’è stata una lunga processione intorno che ha reso molto complicate anche le fasi dell’arresto”.


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