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Trenta nomi nel libro mastro di Campione Tremano politica e burocrazia siciliana

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Sessantacinque voci di spesa non giustificate in cinque pagine di annotazioni. Ci sono nomi di avvocati per parcelle legate effettivamente a causa o per accordi stragiudiziali, ci sono piccoli e medi lavori eseguiti più o meno in nero, ma poi ci sono anche trenta nomi da chiarire.

L’indagine della magistratura palermitana sul libro mastro di uno dei più grandi imprenditori siciliani, dopo aver portato agli arresti domiciliari due funzionari della Forestale e l’Ing Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, punta adesso a chiarire tanti nomi presenti nella lista e tante cifre riportate accanto a questi nomi.

Per legare la reale identità a cognomi, a soprannomi o a nomi di battesimo gli investigatori stanno passando al setaccio le intercettazioni telefoniche e ambientali ai danni di Campione e della sua fidata collaboratrice Maria Grazia Butticè detta Margot. Era lei ad annotare nomi e cifre sul libro mastro per conto di Campione. Una sorta di contabilità parallela per l’azienda che lavorava in tutta la Sicilia e buona parte d’Italia per  l’amministrazione pubblica e che ha realizzato impianti per il Ministero dell’Interno, la videosorveglianza della Digos di Palermo, banchine portuali, dissalatori, lavori per comuni e Banca d’Italia, impianti eolici e fotovoltaici e tanto altro.

Campione collabora ma a singhiozzo. Ha fatto i nomi di Lo Bosco e dei funzionari della Forestale ma ha glissato su altro e dato spiegazioni ritenute poco credibili sul altri nomi ancora. C’è, ad esempio, un Lo Bello del quale gli investigatori chiedono a Campione. Secondo quanto scrive stamani Repubblica l’imprenditore esclude categoricamente che si tratti dell’assessore regionale Mariella Lo Bello e racconta che si tratta dell’Ingegnere Danilo Lo Bello pagato novemila euro per un progetto di videosorveglianza.

Perché, allora,Lo Bello è nel libro mastro ‘segreto’ e non nella contabilità ordinaria? Solo per un compenso in nero? Ed escludendo Mariella Lo Bello come ha fatto categoricamente Campione, non ci sono altri Lo Bello da verificare? Tutte domande che gli inquirenti si stanno ponendo e che tengono svegli anche tanti politici, alti e medi burocrati, amministratori, imprenditori siciliani.

Al vaglio ci sono tanti nomi di battesimo che Campione dice di essersi inventato per prendere soldi a suo uso e consumo ma i magistrati non gli credono e cercano di mettere un cognome accanto ad ogni nome. Ma non è facile perché alcuni sono sono nomignoli come Rino Gibilo che, per ammissione di Campione, sarebbe Carmelo Gibilaro. scrive sempre Repubblica che sarebbe un cliente, uno a cui Campione racconta di aver realizzato un impianto fotovoltaico nell’agrigentino. Starebbe lì sol perché lavori senza fattura consentivano di costituire fondi neri per poi pagare altro e altri. Ma tutto questo va vagliato, voce per voce, somma prr somma, nome per nome


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