In provincia di Catania, quasi un quarto del lavoro in agricoltura è in nero e sfrutta in gran parte mano d’opera extracomunitaria o comunque non italiana. Una condizione che ha consentito il ritorno al caporalato.
È il dato emerso nel corso dell’assemblea organizzativa della Fai Cisl etnea che si è svolta a Catania, presenti Fabrizio Colonna, segretario generale regionale Fai Cisl, e Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl catanese.
«Il ricorso al lavoro nero, che assieme alla sicurezza e ai sottoinquadramenti sono problemi più diffusi in agricoltura – ammette Pietro Di Paola, segretario generale della Fai Cisl etnea – è confermato dalle recenti operazioni delle forze dell’ordine. Purtroppo, la disponibilità di molti immigrati a lavorare sottopagati contribuisce a creare una guerra tra poveri, ha favorito il ritorno al caporalato e genera sacche di evasione che vanno a danneggiare anche le aziende sane che scelgono di restare nella legalità».
«Non occorre potenziare solo l’azione repressiva – sottolinea Di Paola – le normative ci sono, forse anche troppe. Oltre al controllo del mercato del lavoro tra le parti, occorre che l’Inps accentui il controllo preventivo e non, come già accade, tardivo e inefficace quasi sempre su cartaceo e che molte volte per inadempienze aziendali vengono penalizzati i lavoratori che subiscono notevoli ritardi sul pagamento delle prestazione».
Per Colonna, «è possibile rispondere ai bisogni di flessibilità con la contrattazione territoriale così da contrastare il lavoro nero e il caporalato. Ma è necessario stimolare una nuova cultura a favore di un governo condiviso del mercato del lavoro tra imprese e sindacato, che sia alternativo a scorciatoie come i voucher».
Ecco perché la Fai Cisl propone di favorire a livello locale un efficace incontro tra domanda e offerta di lavoro con maggiore coinvolgimento degli enti bilaterali; trasformare le casse extra legem in enti bilaterali per costruire, in ogni provincia, commissioni bilaterali per la gestione del mercato del lavoro agricolo; mettere in atto accorgimenti necessari per recuperare la tanta evasione contributiva delle aziende in modo che si possa sempre più allargare il ventaglio delle prestazioni aggiuntive; utilizzare la stessa bilateralità per gestire al meglio i diritti contrattuali; visite mediche preventive con l’obiettivo che, le stesse, siano mirate a rilevare pericoli per la salute.
Rosaria Rotolo ha fatto riferimento all’avviata stagione organizzativa nazionale «che vedrà il confronto di tantissimi delegati e dirigenti, le RSA-RSU, i pensionati, e i servizi, su quale sarà la nuova organizzazione della Cisl e le proposte per un sindacato più trasparente, più snello e ancora più radicato nei posti di lavoro e nei territori, all’altezza delle sfide del XXI secolo. A Catania, l’assemblea si terrà il 7 ottobre»