E’ una guerra a distanza senza esclusione di colpi quella fra il leader della Lega Matteo Salvini ed il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Un duello che diventa particolarmente cruento quando, come in questi giorni, si verificano episodi di cronaca in cui sulla sfondo sono coinvolti migranti o extracomunitari.
Il segretario del Carroccio a più riprese ha attaccato il titolare del Viminale chiedendo le sue dimissioni (ma è questo ormai è il mantra dell’altro Matteo…). Oggi Alfano rilancia con toni tutt’altro che pacati: “Salvini specula sui morti”, dice da Palermo il ministro commentando la visita che domani il leghista farà al Cara di Mineo dopo l”arresto del giovane ivoriano accusato di aver ucciso i coniugi di Palagonia.
Poi Alfano mette i puntini sulle i: “Innanzitutto voglio ricordare che il Cara di Mineo è stato aperto dalla Lega, questa è una verità storica – dice a margine della commemorazione del generale Dalla Chiesa a Palermo – Salvini è l”espressione di un razzismo che oggi è il seme, il germe più pericoloso in Europa”.
E’ stato ancora più duro il deputato di Sel, Erasmo Palazzotto che ieri in una nota ha commentato i fatti di Palagonia: “Un ivoriano ospite del Cara di Mineo avrebbe massacrato una famiglia per rapinarla, subito Salvini invade social e redazioni con il suo nuovo mantra: il mandante è lo stato. Se Matteo Salvini cerca un mandante dell’omicidio di Palagonia lo cerchi a casa sua. Il mandante del Cara di Mineo si chiama Roberto Maroni, e lui che ha ideato e voluto un ghetto disumanizzante nel bel mezzo del nulla”.
Palazzotto, come del resto tante altre forze politiche ha ribadito che “Mineo va chiuso subito. Ma Mineo non doveva essere mai aperto, lo diciamo dal primo giorno in cui un rifugiato ha messo piede nella struttura. Eppure oggi sembra che quel centro sia capitato li per caso, che non vi siano responsabilità”.
Intanto domani, come annunciato, Salvini sarà al Cara di Mineo e assieme al segretario della Commissione nazionale Antimafia, Angelo Attaguile, renderanno noti dati e cifre dell’accoglienza messa in atto all’interno della struttura.
Un’anticipazione si legge in una nota diffusa dal movimento ‘Noi con Salvini’: “A partire dalla circostanza che su 3.168 ospiti presenti alla data dell’11 agosto 2015, solo tre provengono dai due paesi in cui è universalmente riconosciuto un conflitto bellico in atto (tre eritrei, zero siriani). I restanti 3.165, ossia il 99,9% degli ospiti del Cara di Mineo, proviene, giusto per citare gli stati con maggiori presenze, da Nigeria (685), Gambia (510), Mali (402), Senegal (320), Pakistan (301), Bangladesh (289), Ghana (197), Costa D’Avorio (110), Guinea (75)”.