Assieme anche nell’ultimo viaggio. I feretri di Mercedes Ibanez e Vincenzo Solano, i coniugi uccisi nella villetta di Palagonia, sono stati portati a spalla dalla camera ardente fino alla chiesa di San Giuseppe dove viene officiato il rito funebre.
Folla e commozione, sulle note di una banda che suonava una marcia funebre, hanno accompagnato le due bare, entrambe coperte da rose rosse, fino all’arrivo nella chiesa dove monsignor Calogero Peri, arcivescovo di Caltagirone, celebra la funzione religiosa. Significativo un passaggio dell’omelia del presule che dall’altare afferma: “Nessuno può sentirsi del tutto innocente: quando il male arriva è perche gli onesti dormono”.
E poi, anche per mitigare il clima teso che si vive non solo a Palagonia, monsignor ha affermato: “Male e bene non hanno colore, non sono bianchi o neri, stanno nel cuore dell’uomo, di qualunque razza sia”.
L’arcivescovo sferza poi i politici : “Mentre a Roma e a Bruxelles si litiga a Palagonia e nel canale di Sicilia – dice si continua a morire: si parli di meno, si agisca di più!”.
Ed è durissimo, quando dice: “Basta a campagne elettorali infinite pensiamo a risolvere i problemi della gente, perché o ci salviamo tutti o affondiamo tutti, come sul Titanic. Vendetta, odio e rancore, non risolvono i problemi ma li complicano”.
“L’accoglienza va fatta, ma va fatta un po’ meglio, anche perché si sapeva che certi inconvenienti avrebbero dato frutti cattivi”, prosegue monsignor Peri nell’omelia che ricorda come”questa terra di Sicilia sta diventando un immenso cimitero in terra e in mare. Non ci stiamo che qualcuno impunemente può decidere sulla vita e la morte delle persone mentre c’è chi si arricchisce su lacrime e tragedie. Non ci stiamo più a una guerra tra poveri: tra disoccupati del posto e migranti in cerca di lavoro. Si sta creando una nuova civiltà e occorre che questo avvenga nel miglior modo possibile”.