“Buona scuola”, cosa cambia davvero?
In questa fase di attuazione della normativa sulla Riforma della Scuola (la “Buona Scuola”) si parla molto dell’esodo di insegnanti dal Sud al Nord del Paese. Secondo alcuni dati del Ministero della Pubblica Istruzione, la percentuale dei trasferimenti sarà però minima. In Sicilia, per esempio, con la nuova riforma, entro due anni, si potranno creare più di 10 mila nuove assunzioni; una buona boccata di ossigeno per molte famiglie siciliane e un sostanziale contenimento, di fatto, del temuto “grande esodo”. Gli spostamenti, talvolta dolorosi, sono dovuti, purtroppo, alla amara realtà dei dati: i posti sono nelle regioni del Nord, i docenti precari sono nelle regioni del Sud.
Le fasi attuative della riforma sono diverse. Nella Gazzetta Ufficiale il 28 agosto 2015 è pubblicato l’avviso sulle proposte di assunzione della cosiddetta FASE B del piano straordinario anno scolastico 2015/16, ai sensi dell’articolo 1 della legge n. 107 del 13 luglio 2015. L’avviso ricorda che le proposte di assunzione di cui all’articolo 1 della citata legge verranno effettuate alle ore 00.01 del giorno 2 settembre 2015 attraverso il sistema informativo Istanze OnLine raggiungibile mediante apposito link sul sito www.istruzione.it.
In pratica, i docenti destinatari accettano espressamente la proposta di assunzione entro le ore 24.00 del giorno 11 settembre 2015, esclusivamente avvalendosi delle apposite funzioni disponibili nel citato sistema informativo.
E’ bene ricordare che in caso di mancata accettazione, nei termini e con le modalita’ previste, i docenti destinatari non potranno ricevere ulteriori proposte di assunzione a tempo indeterminato. Inoltre, i soggetti che non accettano la proposta di assunzione eventualmente effettuata nella citata FASE B, non potranno partecipare alle fasi successive del piano di assunzioni e saranno definitivamente cancellati dalle graduatorie di merito e ad esaurimento in cui sono iscritti.
Il sistema, nella FASE B, opera per punteggio più alto rispetto all’ordine di provincia inserito. Per ogni provincia vengono esaminate le classi di concorso del candidato in base al punteggio ed eventualmente la preferenza su posti di sostegno.Sembra che, per alcuni ordini di scuola il numero di domande presentate sia inferiore al numero di posti disponibili (es. A059).
Un dato che sicuramente si evidenzia è quello relativo ai posti di sostegno che sono superiori rispetto alle domande presentate;
- Scuola per l’Infanzia: domande presentate 431 per 569 posti in fase B (rimarrebbero 138 posti al 31/8 non assegnati al ruolo e liberi per le supplenze);
- Scuola Primaria: domande presentate 2981 per 3118 posti in fase B (rimarrebbero 137 posti al 31/8 non assegnati al ruolo e liberi per le supplenze);
-Scuola di Primo grado: domande presentata 1264 per 4660 posti in fase B (rimarrebbero 3396 posti al 31/8 non assegnati al ruolo e liberi per le supplenze).
Per questi ordini di scuola, chi ha inserito la priorità sul sostegno verrà assunto su tali posti.
Chi non ha inserito tale priorità verrà comunque assunto sul posto di sostegno se non c’è la disponibilità sul posto comune, con la conseguenza di lasciare liberi ulteriori posti rispetto al sostegno o alla classe di concorso in cui c’è già penuria di posti. E’ bene ricordare che la mobilità sul sostegno (trasferimenti ma ormai anche le assegnazioni provvisorie) non avviene più con la distinzione fra aree, ma è una graduatoria unica.
Al di là del problema del “grande esodo”, quali sostanziali innovazioni comporta la “Nuova Riforma”?
Molte e significative sono le innovazioni che comporta la Riforma Scolastica. Dal punto di vista occupazionale e degli investimenti, al di là delle previsioni del suddetto ministero, è indubbio che con la nuova riforma si sta avviando un massiccio piano di assunzioni nel mondo della scuola che, se ben gestito, dovrebbe portare ad un miglioramento dell’azione scolastico-educativa. Le cifre del Governo parlano infatti di circa 160 mila assunzioni in due anni e di circa 25 mila euro in più, annuali, per ogni istituto scolastico.
Per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, la “Buona Scuola” prevede importanti novità volte ad innovare la didattica, a orientare e facilitare l’inserimento in ambito lavorativo. Gli studenti avranno la possibilità di scelta di insegnamenti opzionali. La legge 107/2015 stabilisce che: le scuole secondarie di secondo grado introducono insegnamenti opzionali nel secondo biennio e nel quinto anno anche utilizzando la quota di autonomia e gli spazi di flessibilità. Gli insegnamenti opzionali costituiscono una specie di terzo livello di curricolo dello studente.
Tali insegnamenti, se ben progettati, potrebbero avere un duplice scopo: far acquisire agli studenti competenze nuove, spendibili nel territorio di residenza e nel complesso mondo del lavoro e, allo stesso tempo, potrebbero costituire una insostituibile superamento delle distanze reali tra esigenze del mondo degli studenti e la scuola. In tal senso, il Collegio dei docenti avrà un ruolo di primo piano, che si misurerà con la loro capacità innovativa di inserire nel Piano dell’ Offerta Formativa insegnamenti validi sul piano della spendibilità delle competenze acquisite.
Gli insegnamenti opzionali andranno a incrementare l’offerta formativa degli Istituti secondari di secondo grado, insieme agli altri insegnamenti volti a potenziare le previste competenze. Altre novità di rilevante importanza ed efficacia sono introdotte in merito ai periodi di alternanza scuola-lavoro, che saranno attuati, nel secondo biennio e quinto anno, per una durata complessiva di almeno 400 ore negli Istituti tecnici e professionali e di 200 ore nei Licei.
A tal fine, sarà istituto, a partire dall’anno scolastico 2015/16, presso le Camere di commercio, industria, artigiano e agricoltura, il registro nazionale delle imprese disponibili ad attivare i percorsi di alternanza scuola-lavoro. Sarà compito del Dirigente scolastico, individuare nel suddetto registro le imprese, gli enti pubblici e privati con cui stipulare apposite convenzioni. I percorsi di alternanza contribuiranno sicuramente a superare o quanto meno a ridurre la distanza che attualmente separa il modo della scuola da quello del lavoro.
(a cura di Orazio Bianco, preside)