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Musumeci rilancia il suo patto civico “In Sicilia i più incazzati sono gli ex moderati”

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Nerone, Scipione, Caronte, Flegetonte e chi più ne ha più ne metta. Una volta erano chiamate semplicemente ‘ondate di calore’, oggi invece i bollenti picchi estivi hanno nomi legati alla storia e alla mitologia classica. Eppure, in Sicilia, la canicola tornata in questi giorni di fine agosto non è solo quella meteorologica ma pure quella politica in vista poi di mesi altrettanto caldi con tante, troppe questioni sul siculo ‘tappeto’.

Tra queste, senza dubbio, anche le strategie sui nomi di papabili candidati alla presidenza della Regione per il post Crocetta. E così, sull’ipotesi dell’ex assessore alla salute Lucia Borsellino che potrebbe mettere ‘inciuciamente’ (?) d’accordo una grossa fetta della politica isolana e su cosa servirebbe per fare cambiare rotta alla ‘#problematicatrinacria’, abbiamo fatto qualche domanda al leader dell’opposizione all’Ars e storico ‘capo’ della destra siciliana, Nello Musumeci, impegnato in queste settimane nella preparazione della tre giorni che il ‘suo’ movimento civico terrà al porto di Catania dal 10 al 12 settembre.

Presidente, ma Crocetta ‘cade o non cade’?

“Non so dirle di preciso quando, ma penso di aver capito come. Certo, i primi a scongiurare Crocetta di rimanere al suo posto saranno decine di affranti deputati, preoccupati solo di non essere più rieletti. Ma si illudono di poter fermare il vento con le mani”.

L’ex assessore Borsellino minacciata e sotto scorta. Cosa ne pensa?

“Le ho rivolto un pensiero di solidarietà. Io so cosa si prova a ricevere la telefonata del questore che ti dice di essere nel mirino dei mafiosi e come può cambiare in poche ore la vita di una famiglia. Mi disgusta però la strumentalizzazione del suo cognome. Parliamoci chiaro: quelli che oggi invocano Lucia Borsellino candidata sono gli stessi che negli ultimi anni le hanno fatto terra bruciata attorno. Volevano continuare a farne una copertura morale e lei si è sottratta. Può solo rimproverarsi di non averlo fatto prima!”

Parole forti. Intanto però Crocetta va avanti e c’è chi pensa che a vincere in Sicilia saranno i Cinquestelle.

“La mia è una storia di battaglie difficili e tante volte vinte. Le confesso: non sono tra quelli che considerano la vittoria dei grillini il peggiore dei mali, ma, come ho già detto, alle elezioni regionali ce la giocheremo fino in fondo”.

Lei ha lanciato un Patto civico. È una mossa un po’ azzardata?

“No. In Italia le forze alternative alla sinistra hanno vinto quando sono state capace di aprirsi alla società. Noi dobbiamo riuscire ad andare oltre i partiti e a convincere quelli che non sono più andati a votare. E, per la cronaca, prima non votavano certo a sinistra…”.

Ammetterà che nei partiti di centrodestra non tutti guardano con favore al suo ‘attivismo’.

“Forse si, qualcuno del vertice, ma sono obiettivamente in pochi e qualche volta interessati. Speravo tanto che il mio attivismo contagiasse altri e invece noto – a parte alcune eccezioni – fatalismo e rassegnazione. Si torni a parlare con la gente, si torni alla militanza civica invece di stare nelle stanze felpate. Per fortuna, oltre gli apparati dei partiti c’è la gente comune”.

Cosa intende dire? 

“Voglio dire che ogni settimana incontro centinaia di persone in giro per la Sicilia e se si dovesse decidere per la mia candidatura non sarà mai per gentile concessione dei Palazzi romani ma solo se mi renderò conto che la gente vuole un’alternativa ai populismi e alle finte rivoluzioni. Mi riconosco tanti limiti ma so bene come si governa la cosa pubblica. E l’ho dimostrato, per dieci anni, coi fatti!”.

E se Buttafuoco dovesse dire si alla proposta leghista?

“Pietrangelo ha deciso di fare politica alla grande, dalle colonne dei giornali e dalle pagine odorose dei suoi libri di successo”.

Alcuni dicono che lei è troppo a destra per i moderati.

“Discorsi di lana caprina. A destra dicono che appaio troppo di sinistra, gli ex Dc mi accusano di essere troppo di destra. E fanno finta di non capire che in Sicilia i più incazzati ormai sono proprio quelli che ieri erano i moderati”.

Quindi? Dove sta la verità? 

“La verità è un’altra: ci sono i ‘sempre seduti’ che vorrebbero dettare le regole del gioco e non si sono accorti che in questi tre anni è cambiato il mondo. Ognuno sia orgoglioso della propria identità, ma oggi serve chiamare a raccolta tutti i siciliani di buona volontà in un grande Patto civico regionale. L’arroganza del renzismo e il vuoto del crocettismo hanno esasperato il processo di degrado dell’Isola.

Scusi, ma per caso vuole fare il ‘Masaniello’ siciliano, come auspicato dal prof. Luttwak?

“La Sicilia ha bisogno di essere governata da persone competenti e oneste.  Bisognerebbe ridefinire i rapporti con Roma, attrarre investimenti stranieri, incentivare le piccole e medie imprese, utilizzare fino all’ultimo centesimo i fondi europei per creare vero sviluppo, siglare accordi bilaterali con le Regioni euroafroasiatiche. E poi rimettere in cammino la macchina burocratica e amministrativa, cacciando via chi si mette di traverso. Altrimenti sono tutte parole al vento”.

Insomma, servirebbe un miracolo…

“No. Soltanto un gruppo di persone credibili e non ricattabili che credano ancora alla bellezza della politica”.


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