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Famiglia tradizionale contro ‘gender’ Polemiche nel Palermitano

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E’ polemica ‘violenta’ in provincia di Palermo dove l’estate trova spazio anche per manifestazioni di natura politico sociale che generano scontri. La polemica estiva scoppia in tre comuni del Palermitano: S.Flavia, Isola delle Femmine e Cinisi dove si terranno tre incontri “per la difesa della famiglia “e “contro l’ideologia gender”.

A denunciare la ‘campagna d’odio’ è l’arcigay. “Si tratta dell’ennesimo tentativo di diffondere un allarme-bufala che gira ormai da diversi mesi in tutta Italia – sostiene l’associazione in un comunicato – con evidenti tentativi di attaccare la scuola pubblica e per favorire la visibilità di personaggi in cerca di future candidature”.

“E’ allarmante che i comuni di Cinisi e Santa Flavia abbiano dato la loro collaborazione o il patrocinio a convegni che spesso sfociano nell’omotransfobia degli oratori o degli organizzatori di tali eventi”

Il sindaco di Isola delle Femmine, Stefano Bologna, si dissocia con fermezza, dichiarando: “Il Comune di Isola delle Femmine, l’Amministrazione e tanto più il Sindaco non hanno dato alcun patrocinio a iniziative “omofobe” e di fanatismo e integralismo cattolico. Noi siamo agli antipodi rispetto a queste false ideologie farisaiche. Crediamo nell’accoglienza, nell’inclusione e nel rispetto assoluto della persona”.

Arcigay Palermo esprime viva preoccupazione per la disponibilità manifestata invece dai comuni di Santa Flavia e Cinisi, pubbliche istituzioni che hanno l’obbligo di rispettare i diritti di tutti i cittadini, ad accogliere imbonitori della disinformazione su fantomatiche “teorie gender” che sarebbero contenute nella riforma c.d. “La Buona Scuola” che, a detta degli stessi responsabili di tali convegni, promuoverebbe l’insegnamento alla masturbazione collettiva o di cambi di genere indotti financo nella scuola primaria.

Come ha spiegato il Sottosegretario all’istruzione Faraone “Il ddl in esame al Senato in questi giorni parla di educazione alla parità tra i sessi, prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. Non vedo come questo potrebbe danneggiare gli studenti, i docenti e le famiglie italiane. Sono cose che le scuola dovrebbe insegnare a prescindere, per sua natura, se vuole educare cittadini consapevoli”.

La legge 13 luglio 2015, n. 107 recita infatti: “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche”.

In pratica i comuni in questione, con la partecipazione o il patrocinio, stanno dando credibilità a falsità mai approvate nel Parlamento Italiano e che minano alla base la credibilità delle istituzioni. La Sicilia con la Legge 20 Marzo 2015 n.6 della Regione Siciliana all’art.3 comma 2 ha sancito un principio fondamentale che riguarda tutti i suoi enti sottoposti a controllo, comuni inclusi, ovvero:

“La Regione, per prevenire le discriminazioni legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale, persegue l’integrazione fra le politiche educative, scolastiche e formative e le politiche sociali e sanitarie, al fine di sostenere le persone e le famiglie nei loro compiti educativi, realizza e promuove attività di educazione sui diritti umani”

Per Mirko Pace, presidente di Arcigay Palermo: “La libertà di opinione va rispettata sempre e comunque, ma non possiamo non denunciare che siamo di fronte all’ennesima propaganda, orchestrata ad arte, per spaventare genitori inconsapevoli delle leggi vigenti, di quelle discusse in Parlamento e di eventuali programmi educativi volti a prevenire e contrastare il bullismo e promuovere una cultura inclusiva che valorizzi tutte le differenze.Ci chiediamo se sindaci e assessori coinvolti siano a conoscenza della gravità del loro gesto, in aperta violazione dei diritti umani che questi convegni osteggiano e oltraggiano, e soprattutto se non sia doverosa una loro retromarcia repentina vista l’illegittimità di tale atto in aperto contrasto delle leggi regionali sulla non discriminazione, con la Costituzione e con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Come associazione siamo a disposizione per organizzare momenti plurali di riflessione collettiva e di confronto sui diritti e contro ogni genere di discriminazione”


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