Dal 2011 la Sicilia non incassa più gli introiti derivanti dalle revisioni dei veicoli a motore. Quattro anni di somme che la Regione ha perso ingiustamente. Infatti, i diritti di motorizzazione sono stati percepiti dal “Portale dell’Automobilista” gestito da Poste Italiane, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e non dalla Regione Siciliana.
“Ad oggi in quattro anni la Sicilia ha perso circa quaranta milioni di euro, dieci milioni all’anno – denuncia il vice presidente vicario dell’Ars Antonio Venturino”, primo firmatario di un ordine del giorno, approvato da Sala d’Ercole ieri sera sotto forma di raccomandazione, che impegna il Governo a intraprendere tutte le iniziative necessarie al recupero delle somme derivanti dai diritti di motorizzazione di spettanza regionale. Somme che fino al 2010 la Regione ha incassato tramite il servizio di riscossione di Unicredit Spa.
“Il nostro Statuto speciale – spiega Venturino – sancisce che spettano alla Regione le entrate tributarie erariali riscosse nell’ambito del proprio territorio, dirette o indirette, e sempre la Regione ha competenze in materia di comunicazioni e trasporti, comprese le attività svolte dagli uffici della motorizzazione civile e con esse il personale in servizio e le relative entrate. C’è una sentenza della Corte Costituzionale – la numero 369 del 15/12/2010 – la quale si limita a stabilire che il pagamento della tassa sulla revisione – sottolinea Venturino – deve avvenire sulla base del sistema telematico, delle modalità operative e dei protocolli informatici definiti dalla legislazione statale, ma nulla ha definito sulla competenza per la riscossione dei diritti di motorizzazione, che, con il vigente decreto legislativo 296/ 2000 e in applicazione dell’art. 36 dello Statuto della Regione, sono di spettanza regionale”, conclude il vice presidente vicario dell’Ars.