Dove non potè il buon senso, il senso del dovere, la pressione mediatica, potè la voglia di andare in ferie e di non presentarsi più a Palazzo dei Normanni: insomma la voglia di andare in ferie.
Ieri sera, con addirittura due giorni di anticipo rispetto alle previsioni e con ua riunione convocata di lunedì contro ogni consuetudine, l’Assemblea regionale siciliana ha concluso la sessione estiva. Lo ha fatto approvando ben tre leggi in tre ore doppo aver impiegato tre mesi su una sola norma e tre anni per fare, ad esempio, la riforma delle province.
Il miracolo è duplice. Da un lato ci sono le ferie incombenti e dall’altro lo spauracchio di elezioni anticipate che potrebbero piovere sulla testa dei deputati senza una quota di riforme approvate per giustificare l’esistenza in vita di questo governo. Non importa che riforme, non importa fatte come e a chi interessino: l’importante è approvare un certo numero di leggi da chiamare riforme.
Così ieri sera, 10 agosto, in aula si è assistito alla presenza contemporanea perfino di 57 parlamentari su 90. Raramente si è assistito a presenze simili anche in pieno inverno.
Una cosa bisogna ammetterla: i nostri politici faranno ‘solo’ tre settimane di ferie. Si tornerà in aula il pomeriggio del 2 settembre, di mercoledì. Rispetto al passato è un eccezionale carico di lavoro visto che abitudinariamente l’Ars chiudeva a fine luglio o al massimo nei primi giorni di agosto per riaprire dopo la metà di settembre
Ieri prima di chiudere L’Assemblea regionale siciliana ha approvato in serata tre disegni di legge, quello sul sistema idrico, che in attuazione del referendum privilegia la gestione pubblica senza precludere quella privata, ma con una serie di paletti, quello sulla tassa automobilistica regionale e quello, ricavato ‘in corsa’ da un emendamento presentato oggi stesso dal governo, poi stralciato e divenuto norma autonoma (per giustificare una procedura anomala) che contiene misure per il controllo della popolazione dei cinghiali dopo l’attacco mortale di sabato scorso a Cefalù.
Tutti contenti per la Riforma dell’acqua che in realtà è una mera enunciazione di principi che rischieranno di impantanare il sistema che già funziona male e di far lievitare costi di ripiano a carico del sistema pubblico che già non ha risorse. Ma l’acuqa è di nuovo pubblica anche se i privati non sono stati esclusi.Solo disincentivati. Insomma ilprivato dovrà sottostare a norme e regole tali da scoraggiarlo dall’attività di distribuzione idrica perché non remunerativa.
Pendente da 3 anni, come la Riforma delle province, questa legge rischia di far tornare il servizio nelle mani pubbliche per intero e dunque di tornare a dr vita a carrozzoni modello Eas ma stavolta non uno: ben 9 tanti quanti sono gli Ato. Ha avuto il voto favorevole di 49 dei 57 deputati presenti in aula. Otto si sono astenuti, nessun contrario. L’esame dell’articolato del ddl sull’acqua era stato completato nel pomeriggio, con l’esame delle ultime norme dopo che nell’ultima seduta, mercoledì scorso, erano state approvate le disposizioni chiave del provvedimento, che
suddivide la Sicilia in 9 Ambiti territoriali idrici.
La norma per il contenimento della popolazione dei cinghiali ma che avrà effetto sulla gestione di tutti gli animali allo stato brado è stata approvata con 52 voti a favore e 7 astenuti. Infine la legge sulla tassa automobilistica regionale ha ottenuto 51 sì.
Ma ciò che conta davvero, ance se passa quasi sotto silenzio, è stata l’approvazione del rendiconto generale della Regione per il 2014 con le modifiche imposte dalla Corte dei Conti. Questo dovrebbe, adesso, sbloccare la spesa regionale ferma per consentire alla ragioneria di rifare tutti i conti e riportare sul 2015 le somme non imputabili allo sorso anno in base alle prescrizioni della corte.
E proprio da qui bisognerà ricominciare. Il 2 settembre l’aula riaprirà per trattare mozioni e interpellanze della rubrica territorio e ambiente ma la politica dovrà subito attivarsi per l’assestamento di bilancio e dopo per il bilancio di previsione 2016 visto che, fra l’altro, non c’è neanche un bilancio triennale operativo essendo stato impugnato e dunque sarebbe complesso anche andare ad un esercizio provvisorio senza prima aver approvato un nuovo triennale.
Arrivederci a settembre, dunque, di tutti i guai di Sicilia agosto può tranquillamente dimenticarsi