Scritte in giallo che coprono in parte una pubblicità che è apparsa da qualche giorno per le vie di Palermo sono state apposte, nella notte e alle prime luci dell’alba, su vari cartelloni della città. E’ una azione dimostrativa contro l’uso, a scopo pubblicitario, delle forme femminili che viene indicato come vera e propria violenza sulle donne
L’azione è stata motivata da una nota che il Collettivo ha pubblicato sul web. “Immaginate di percorrere le strade di Palermo in macchina o a piedi, per andare al mare, al lavoro, a fare una passeggiata. Immaginate di vedere i soliti cartelloni pubblicitari in giro per la città, ai quali ormai siamo abituati. Immaginate di passare distrattamente accanto ad uno di questi.. e immaginate di accorgervi che questo ritrae il seno straripante di una donna, senza viso, senza nome, di dimensioni maestose, surreali. Adesso smettete di immaginare. Palermo, estate 2015″.
“Da un lato all’altro della città ci si può imbattere nella vista di questi cartelloni pubblicitari – scrivono le militanti – che promuovono una compravendita di oro. Cosa c’entra il seno di una donna? Nulla, verrebbe da pensare, se non per il geniale slogan che, insieme alla foto accattivante, dovrebbe generare nello spettatore un desiderio irrefrenabile di andare a vendere tutto l’oro presente sulla faccia della terra: ‘Valutazioni generose’. Generose come il seno straboccante di una donna in costume, ancora una volta – come si evince dalle intenzioni degli ideatori della simpaticissima pubblicità – messe lì, in bella mostra, come un amo goloso al quale il passante deve necessariamente abboccare” .
I cartelloni sono stati semicoperti con una scritta in vernice che recita “Questa è violenza sulle donne”. Proseguendo nella nota, si legge “La violenza sulle donne è il diretto prodotto di una società che per anni e ancora oggi, in nome di logiche di marketing e profitto, costruisce immaginari sessisti e schiavizzanti, che del corpo della donna ne fanno strumento di prodotto di consumo e mercato. L’utilizzo di un seno prosperoso per convincere l’acquirente è solo uno degli innumerevoli casi in cui il mondo del marketing abusa dell’immagine del corpo femminile per destare maggiore interesse nella propria offerta; è un fenomeno diffuso che tocca a noi in primis bloccare. [..] Tramite lo spasmodico utilizzo del corpo femminile nella pubblicità l’immagine della donna diventa una rappresentazione che soddisfa la visibilità di una sessualità tanto maschile quanto repressa per far lievitare i profitti del marketing, con gravi conseguenze sul corpo sociale; insomma , le donne vendono, soprattutto se seminude e sessualmente disponibili. Dunque una pubblicità non è “solo una pubblicità” – concludono – è uno dei numerosi tasselli da neutralizzare in nome di un’autodeterminazione di genere che si faccia sempre più forte”.