L’inchiesta è partita dalla vendetta di una donna che aveva trovato e portato via numerosi documenti dalla casa dell’ex compagno.
Voleva dei soldi per restituire quello che per i carabinieri ha rappresentato il libro mastro della truffa all’Inps. Nell’appartamento nella zona di via Oreto ha trovato tante carte compromettenti che hanno inguaiato l’ex compagno Giovanni Tantillo di 41 anni, Giuseppe Cinà, 61 anni il capo delle banda e, Nicola Cipolla, autista e tuttofare di Cinà, 63 anni.
Quei fascicoli hanno consentito ai militari del comando provinciale di Palermo di ricostruire la fabbrica delle false invalidità.In questa prima fase ne sono state ricostruite 25, ma l’ipotesi e che possano essere centinaia ad avere beneficiato dei servizi della banda. Del resto lo stesso Cinà era un baby pensionato.
Era stato uno dei primi, all’età di 30 anni a beneficiare del sussidio dello Stato. Prima aveva svolto il lavoro di muratore. Poi insieme a pochi e fidati uomini ha iniziato a costruire false pensioni e false invalidità.
Insieme a lui sono finiti ai domiciliari Alina Nicoleta Carmaz, 31 Anni, Silvana Giordano, 51 anni e Paola Pipitone. Avrebbero collaborato con i tre uomini per mettere in piedi le truffe.
Per altri 12 è stato emesso il provvedimento di presentazione alla polizia giudiziaria. Questi ultimi sono quelli che avrebbero beneficiato delle false pensione che in questi anni avrebbero provocato un danno all’erario di un milione e 500 euro. I carabinieri stanno eseguendo i sequestri per equivalente.