“Si evidenzia come permanga inalterata la criticità relativa all’importo di 104 milioni, a titolo di riduzione del disavanzo complessivo al 1° gennaio 2015, determinato per effetto del riaccertamento straordinario dei residui e dell’applicazione dei principi contabili”.
E’ quanto scrive la Corte dei Conti nella deliberazione che fa seguito all’adunanza del 2 dicembre scorso nell’ambito della quale la sezione di Controllo aveva convocato la Regione per analizzare l’anomalo andamento dei conti regionali dell’anno in corso.
Di fatto la Corte dei Conti boccia la ‘finanza creativa’ regionale come BlogSicilia l’aveva definita lo scorso 19 dicembre. Il riaccertamento dei residui attivi, infatti, fa risparmiare 104 milioni alla regione nel bilancio 2015 ma fittiziamente per far quadrare i conti che non tornano, ma non esiste alcuna certezza di incasso delle somme che vengono spostate da inesigibili a potenzialmente recuperabili.
La vicenda è sempre la medesima: i residui attivi della Sicilia ammontano a 6 miliardi e 963 milioni 105.178 euro e 16 centesimi e per pagarli la Regione deve accantonare poco più di 164 milioni di euro. Il riaccertamento stabilito con il disegno di legge 1108 abbatte i residui inesigibili a 3 miliardi 135 milioni 722.963 euro e 95 centesimi, praticamente il 45% circa di quanto stabilito col primo conteggio.
Delle due l’una: o la Regione ha sbagliato completamente in modo colpevole e grave il primo conteggio, e quei crediti invece sono esigibili, o si sta cercando di far passare per incassabili soldi che non arriveranno mai con un inevitabile grave indebitamento, fra due o tre anni, e con conseguenze che rischiano di essere devastanti.
Di fatto in questo modo la rata di accantonamento non è più di 164 milioni di euro l’anno ma scende a circa 59 milioni e già nel bilancio 2015 la Sicilia recupera 104 milioni, 524.098 euro e 80 centesimi. Il caso vuole che la cifra corrisponda esattamente al mancato introito Iva della Regione nel 2015 (in realtà anche questo è un artificio di bilancio visto che il mancato incasso rispetto alla previsione è più alto).
Con questo escamotage la Regione cancella fittiziamente 104 milioni di euro di buco nel suo bilancio corrente e, insieme ai tagli alla dirigenza e non solo a quella, trova il modo per consegnare alla Corte dei Conti un bilancio che ‘appare’ in pareggio per chiudere l’anno in corso.
Si innesca così una terribile reazione a catena: ha effetti sul bilancio di previsione 2016 che parte, formalmente, da zero e dunque può essere pareggiato col miliardo e 400 milioni previsto e richiesto a Roma, ma che si ritrovare con una differenza di cassa consistente (in passivo almeno di 104 milioni, ma probabilmente di una cifra più alta che si avvicinerà ai 500 milioni).
Dunque la Sicilia si prepara a chiudere un “bilancio virtuale” nel 2015. Per aprine uno altrettanto virtuale nel 2016 e così i conti sembreranno a posto. Fino al riaccertamente reale quando la polvere nascosta sotto il tappeto verrà nuovamente fuori e il non pagato in queste rate di accantonamento (due o tre, si vedrà) peserà di colpo su un solo anno. Ma a quel punto, probabilmente, toccherà ad altri far di conto e prendersi la responsabilità.
Ma la Corte dei Conti va oltre e denuncia come in cassa siano rimasti solo 117 milioni (al 2 dicembre) a fronte di spese certe per 321. dunque oltre ai 104 milioni fittiziamente risparmiati, alla chiusura dell’anno contabile ne vengono a mancare altri 204 per un buco complessivo di 308 milioni solo nel 2015.
Da qui si parte per l’esercizio provvisorio approvato oggi e per il bilancio di previsione 2016 che, oltre al 1,4 miliardi già accertati,. dovrà fare i conti anche con questi ulteriori 308 milioni portando il disavanzo 2016 intorno al miliardo e 700 milioni