Quantcast
Channel: spoezia – BlogSicilia – Quotidiano di cronaca, politica e costume
Viewing all articles
Browse latest Browse all 11683

Traffico Italia-Albania-Tunisia I carichi di scarpe erano la droga

$
0
0

La joint venture criminale italo albanese tunisina aveva un solo scopo vendere sostanze stupefacenti hashish, marijuana, cocaina, amfetamina ed ecstasy nella provincia iblea. E per molti mesi c’è pure riuscita sino all’alba quando è scattata l’operazione Kamarina Drugs, ordinata dalla procura iblea e affidata ai carabinieri del comando provinciale di Ragusa.

In tutto sono 13 le persone raggiunte dal provvedimento restrittivo del gip del tribunale: sette gli italiani, un albanese e cinque tunisini. L’operazione di oggi conclude un’attività investigativa iniziata lo scorso febbraio e protrattasi fino a luglio nel corso della quale sono state arrestate in flagranza altre nove persone per detenzione a fine di spaccio di stupefacenti, sia “leggeri” che “pesanti”, destinati al consumo al dettaglio. Segnalati alla prefettura di Ragusa ventuno persone per detenzione e per uso personale di droga.

L’attività è iniziata in seguito ad un grosso sequestro operato a Santa Croce dai Carabinieri a fine gennaio 2015, tre chilogrammi di hashish e tre tunisini arrestati. Operazione da cui poi i carabinieri sono partiti con mirati servizi di pedinamento che hanno portato quasi subito a un arresto flagrante il 10 marzo a Rosolini di un giovane che ritornava  con un “carico” di hashish comprata a Santa Croce. Dalle investigazioni è emerso il ruolo apicale dell’unico albanese finito in manette Alket Bezhdili, che pur arrestato e sottoposto ai domiciliari, aveva continuato a spacciare dalla porta di casa o addirittura evadendo e andando a un bar di via Caucana a Santa Croce.

Bezhdili si vantava di essere il “supermarket della droga” autodefinendosi lo “chef” della droga, sempre per la sua capacità di soddisfare le richieste dei clienti. Il bar dello spaccio a fine marzo fu teatro di un accoltellamento tra due bande criminali per questioni di droga. Gli spacciatori comunicavano tra loro in codice e la cocaina la chiamavano “scarpe”.

Buffo sentirli parlare di uscire senza scarpe per andare a una festa poiché le scarpe per la festa le avrebbe portate qualcun’altro.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 11683

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>