Domani, (sabato 19 dicembre), in tutta Italia si terrà la seconda giornata di sciopero del commercio. A Palermo in mattinata, a partire dalle 9, circa 300 tra commessi e dipendenti vari protesteranno davanti al centro commerciale La Torre. A seguire vi allego il comunicato che spiega la vicenda. In Sicilia sono circa 20 mila i lavoratori interessati.
Lo sciopero nazionale del commercio è indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. “Il centro La Torre, luogo simbolo –spiega Marianna Flauto alla guida della Uiltucs Sicilia – perché sono presenti aziende che aderiscono alle tre associazioni datoriali con cui è in corso la vertenza”.
Lo sciopero si preannuncia con un’adesione ancora più massiccia dopo che la protesta dello scorso 7 novembre, seppur molto partecipata, non ha consentito di arrivare a una svolta. La vertenza è scoppiata contro la mancata volontà di Federdistribuzione di firmare il contratto nazionale e della Distribuzione cooperativa e Confesercenti di rinnovare quello scaduto a dicembre 2013.
Una situazione che crea il paradosso di trattamenti differenti tra i dipendenti che lavorano negli stessi settori. Se le aziende di Confcommercio erogano ai dipendenti circa 1.300 euro lordi in più all’anno, quelle aderenti a Federdistribuzioni dopo quasi due anni di trattativa ancora non hanno firmato alcun contratto né riconosciuto ai lavoratori l’aumento contrattuale previsto dal contratto di riferimento del commercio ovvero dal contratto siglato a marzo tra Confcommercio, Filcams, Fisascat e Uiltucs. Paradossale che a non firmare il contratto e quindi a garantire gli aumenti siano le grandi catene aderenti a Federdistribuzione come Auchan, Sma, Zara, Coin Oviesse, Ipercoop, Leroy Merlin.
Anche sabato in tutta l’Isola saranno organizzate manifestazione di protesta. Per le unità produttive che nella giornata di sabato non svolgono attività, l’astensione è prevista per venerdì 18 dicembre. La trattativa va avanti praticamente da due anni e vede i sindacati sul piede di guerra per diverse altre questioni, a cominciare dalle “continue disdette della contrattazione integrativa aziendale che determinano un forte peggioramento di diritti e ulteriore perdita salariale e le condizioni di lavoro in punti vendita aperti 365 giorni all’anno, spesso 24 ore al giorno”.
I lavoratori denunciano poi in un volantino che la distribuzione cooperativa vuole tra l’altro ridurre la maggiorazione per il lavoro domenicale e straordinario e riconoscere in misura inferiore i permessi retribuiti per i dipendenti delle piccole cooperative. “I lavoratori sanno che questa protesta arrecherà disagio – si legge in un volantino – a chi in questi giorni di Natale andrà a fare acquisti, ma siamo certi che il cliente comprenderà che non c’è altro modo di farsi ascoltare. Siamo sicuri che anche il cliente vuole entrare in punti vendita in cui è certo che la dignità di chi lavora non sia messa in discussione”.