La Leopolda fa miracoli. E non solo per Renzi. Il miracolo fiorentino stavolta ha ‘graziato’ la Sicilia. Manigolde furono ‘le fonticine’ o meglio sarebbe dire manigoldo fu il locale ‘le fonticine’.
Si tratta del ristorante dove domenica sera erano a cena una sessantina di renziani siciliani guidati, naturalmente, da Davide Faraone che a chiusura della due giorni di Firenze ha deciso di passare un poco di tempo con deputati, dirigenti e aderenti al partito siciliano. E non solo del Pd.
A tavola insieme ai renziani del Pd c’erano anche altri ‘tipi’ di renziani: quegli alleati che non sono tesserati del Pd ma gravitano intorno all’area creata proprio da Renzi e dai suoi.
E fra i renziani ‘esterni’ al Pd in testa a tutti c’era l’ex ministro Dc Salvatore Cardinale. e manigolda fu proprio la ‘democristianità’ di Cardinale. Una intera cena a lavorare ai fianchi di Faraone e compagni. E dagli e ridagli, il buon Cardinale è riuscito a convincere Faraone ad accogliere al suo tavolo anche l’odiato e amato presidente della Regione.
Così, poco dopo cena, Crocetta è comparso sulla soglia proprio delle ‘fonticine’. Appena il tempo di accorgersi che il Presidente aveva accettato l’invito, anche se non a cena, che due giovani deputate intonavano immediatamente il coretto della pace.
E così con il sottofondo del coro ‘bacio, bacio’ anche Faraone si vedeva costretto, anche se non proprio controvoglia, al doppio bacio sulla guancia ad un sorridente presidente della Regione.
Pace fatta fra i due nemici-amici della maggioranza siciliana e con essa qualche speranza in più per la Sicilia non solo di ricevere i soldi attesi da Roma che dovrebbero arrivare a prescindere dal bacio di domenica sera, ma qualche speranza di stabilità in più per questo anno e mezzo o poco più restante prima delle elezioni regionali.
Dopo il bacio inatteso e che ha sollevato un po’ tutti al grande tavolo dei sessanta ospiti siciliani del locale, Crocetta si è intrattenuto un quarto d’ora fra chiacchiere varie non tutte udite da tutti. Ad interrompere l’idillio è stata la sigaretta del Presidente, dentro non si fuma e dunque Crocetta, che non può proprio farne a meno, ha deciso di uscire a fumare.
Mentre il presidente della rivoluzione consumava la sua sigaretta, scattavano i saluti e il ‘rompete le righe’. La pace è fatta, dunque, e l’intera giornata di lunedì è trascorsa senza che nulla turbasse questo idillio appena raggiunto.
In questo clima si va, oggi, in aula per la mozione di sfiducia al Presidente della Regione che non ha, in base a queste novità, nessuna possibilità di passare. Anzi ha perfino aiutato a ricompattare la maggioranza. Unico risultato ottenuto, quello di far chiarezza su chi sta nella maggioranza e chi no.