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Caravaggio torna a Palermo, creata copia della Natività trafugata

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Un ritorno in grande stile, per risanare una ferita del passato, contro l’incuria ed il silenzio complice, contro l’oblio che offusca la bellezza. Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio, forse non avrebbe mai immaginato che una sua opera mobilitasse informatici, architetti, ed esperti d’arte per perpetuarne la grandezza di pittore a quattro secoli dalla sua morte.

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Non un sogno ma una realtà resa possibile dall’utilizzo delle più avanzate tecniche di stampa.
L’opera di Caravaggio “La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi” dipinta nel 1609 e trafugata dall’Oratorio della Compagnia di San Lorenzo a Palermo nel 1969, torna a vivere in una fedelissima riproduzione, realizzata in un unico esemplare con l’ausilio di strumenti capaci di rendere alla perfezione ogni minimo dettaglio dell’originale.

Copia, fac-simile o clone che dir si voglia, la Natività è tornata a Palermo, collocata sopra l’altare da cui fu rubata, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha poi preso parte a Palazzo Steri alla presentazione del progetto che include un documentario “Mistery of the Lost Caravaggio” creato da Sky Arts Production Hub e che andrà in onda in diversi paesi europei da gennaio 2016.
L’iniziativa è stata voluta e realizzata da Sky, che ha commissionato il progetto a Factum Arte, società con sede a Madrid specializzata nella realizzazione di riproduzioni delle opere d’arte.

La riproduzione, costata circa 100mila euro, ha richiesto un lavoro lungo e assai complesso: in pratica sono state incrociate informazioni derivanti da più fonti: gli scatti dell’opera realizzati a colori da Enzo Brai prima del trafugamento, nel 1967, le foto scattate in bianco e nero nel 1951 in occasione del restauro del capolavoro da parte dell’Istituto superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma e le immagini ad alta risoluzione delle tele di Caravaggio conservate a San Luigi dei Francesi, ancora a Roma, che hanno aiutato a comprendere le caratteristiche delle pennellate robuste e decise dell’artista.

All’Oratorio di San Lorenzo di Palermo, in via Immacolatella, nel cuore del centro storico, arrivano ogni anno migliaia di visitatori, per ammirare i pregevoli stucchi del Serpotta ma anche per vedere quella che fu la ‘casa’ di una delle più grandi opere d’arte al mondo. Ad innamorarsi di questo luogo anche Peter Glidewell, esperto d’arte, che davanti a quell’altare vuoto ha trascorso molte ore “accompagnato – racconta – dalla malinconia per la perdita del quadro attorno al quale è stata progettata l’intera struttura”. Glidewell è amico di Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente dell’Associazione Amici dei Musei siciliani che da dieci anni gestisce la struttura e con cui si confronta più volte su quel tesoro perduto.

E’ Glidewell che inizia ad accarezzare l’idea di una copia. Dopo aver visto la riproduzione delle Nozze di Cana del Veronese (il cui originale è al Louvre) capace di fornire senso ed armonia al refettorio di San Giorgio Maggiore per il quale era stato dipinto, va a conoscere l’autore, Adam Lowe, e inizia a parlargli della perduta opera del Caravaggio e della possibilità di realizzarla.

Ma “realizzare la copia esatta di un dipinto – come spiega Lowe – è un lavoro scrupoloso e impegnativo dal punto di vista tecnico, ricreare poi un’opera scomparsa presenta un diverso insieme di sfide. L’obiettivo era quello di produrre un’immagine che fosse in rapporto dialettico con il capolavoro di Caravaggio, e con l’artista stesso, per dar vita alla rappresentazione di un quadro fedele allo spirito dell’originale, ma eseguito facendo uso delle moderne tecnologie e visto attraverso il filtro delle conoscenze odierne”.

La Natività, che figura nella lista dei 10 dipinti più ricercati al mondo dall’Fbi, e il cui valore attuale è stimato in 20 milioni di dollari rimane, comunque, un mistero. Che fine ha fatto?

La notte del 17 ottobre del 1969 a Palermo diluviava. I ladri colpivano un obiettivo preciso: sapevano che l’Oratorio non aveva alcun sistema di sicurezza. La tela veniva dunque tagliata dalla cornice, arrotolata e caricata su una motoape (secondo le testimonianze dell’epoca). Le innumerevoli ipotesi sul suo destino dopo il furto finirono negli atti dei più discussi processi di mafia.
Dove si trova, se esiste ancora, il dipinto, considerato l’opera d’arte figurativa di maggior rilievo nel mondo tra quelle di cui non si conosce la sorte? C’entra la mafia? Potrebbe essere.

Inizialmente si credeva che la tela fosse stata venduta al mercato nero, ma negli anni sono stati numerosi i mafiosi che hanno fornito una versione diversa dei fatti “probabilmente con lo scopo di rallentare i processi giudiziari in cui erano coinvolti”, spiega il presidente del Senato Piero Grasso nel documentario di Sky. Forse tagliata in sezioni più piccole e venduta a diversi acquirenti, forse passata nelle mani della camorra e andata perduta nel terremoto dell’Irpinia, forse usata addirittura come scendiletto da qualche boss mafioso. Della Natività parlarono negli anni Novanta anche Giovanni Brusca e Francesco Marino Mannoia, entrambi collaboratori di giustizia: Brusca disse che la mafia, dopo le leggi speciali antimafia seguite alla morte di Falcone e Borsellino nel 1992, cercò di “trattare” con lo Stato Italiano mediante la restituzione di opere d’arte trafugate, tra cui la tela di Caravaggio, in cambio della modifica del 41bis. Marino Mannoia invece confessò di aver gestito, come merce di scambio negli affari criminali, molti dipinti rubati tra cui opere di Guttuso e Antonello da Messina.

Chi ha avuto la fortuna di vedere l’originale prima del furto racconta ancora di un’espressività dei personaggi rappresentati impareggiabile. Commenta Bernardo Tortorici di Raffadali: “La riproduzione disvelata oggi è una grande operazione di risarcimento verso un vuoto troppo angosciante. E’ una speranza, un passo e ulteriore stimolo verso la ricerca della Natività che speriamo di poter ritrovare. Ma è anche un’operazione di marketing non indifferente per l’Oratorio e soprattutto per l’intera città di Palermo, che con il documentario verrà portata in tutta Europa”.
Il mistero della Natività rimane irrisolto ma Palermo adesso, con questa riproduzione, si riappropria, in qualche modo, di un tesoro di inestimabile valore sottrattole.

“Oggi si scrive una pagina di riscatto civico – dichiara Andrea Zaffia, amministratore delegato di Sky Italia – diamo un piccolo contributo alla cultura ma un messaggio molto forte alla collettività. Palermitani e turisti potranno rivivere le emozioni di ammirare l’opera di Caravaggio in un contesto molto importante, l’Oratorio di San Lorenzo, che sembra costruito apposta per ospitare questo capolavoro. Il documentario realizzato vuole inoltre portare il valore di questa ricostruzione nel mondo. E’ nel patrimonio culturale del passato che dobbiamo infatti cercare ispirazione visionaria, ottimismo, capacità di guardare avanti”.

Sono trascorsi quasi cinquant’anni dal furto. Ma nessuno ha mai dimenticato la Natività rubata di Caravaggio, un artista irrequieto e ramingo, capace di elaborare un suo linguaggio figurativo che non è paragonabile a quello di nessun altro.

Scrive il Presidente Mattarella nel volume di presentazione del progetto: “Il sapere, la cultura, la storia, la bellezza sono fondamento del nostro modello di vita, della nostra libertà, delle relazioni umane che sappiamo costituire, della ricchezza della nostra convivenza. Investire sulla cultura vuol dire investire sul futuro […]. Grazie a un’iniziativa meritoria nell’ambito dell’esercizio di una responsabilità sociale e culturale, da imitare, Palermo oggi acquisisce un valore aggiunto nel suo grande patrimonio culturale”.

Alla presentazione del progetto hanno partecipato anche il questore Guido Longo, il rettore dell’Universita’ Fabrizio Micari, il sindaco Leoluca Orlando, il governatore della Regione Siciliana Rosario Crocetta e il commissario di Stato Carmelo Aronica. l’arcivescovo Corrado Lorefice che dice: “Questa restituzione è comunque una rinascita. Questo piccolo uomo raffigurato nella Natività ha segnato la storia dell’umanità. Indipendentemente dalla fede, la Natività ci mostra che il nostro Dio ha a cuore gli uomini, e nessuno deve avere paura di lui”.
“Installato il clone della Nativita’ del Caravaggio, risposta alla brutalità e alla violenza di chi l’ha trafugato”: cosi’ su Twitter il sindaco di Palermo.


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