Dodicimila 813 punti sensibili, luoghi dove una frana può verificarsi in qualsiasi momento, basta che piova. 3332 di questi nodi pericolosi sono in provincia di Messina ma non esiste comune nell’isola dove non si corrano rischi ogni giorno. Un centinaio sono a palermo, altrettanti nodi sono a Catania. C’è un’area franosa per ogni chilometro quadrato di territorio dell’isola.
Dopo Messina il territorio più franoso è quello di Palermo con 2408 aree di rischio, seguono, poi, Agrigento con 1444, Catania con 1333, Enna con 1300 nonostante il territorio non diffusissimo, Caltanissetta con 1094, Trapani con 904, Siracusa con 553, Ragusa con 445,
Fra città e Comuni in testa c’è sempre Messina con 637 aree a rischio seguita da Enna con 200, Caltanissetta con 180 ma poi colpiscono piccoli territori con grandi rischi come Cammarata con 183 punti sensibili e Monreale con 180, Butera con 160, Caltagirone con 130.
I dati sono contenuti nel censimento della protezione Civile che calcola come per mettere in sicurezza tutto ciò che è arginabile servirebbero non meno di 3 miliardi di euro, in pratica più dell’intera somma in programmazione per lo sviluppo in Sicilia. scrivere del censimento della protezione civile, ieri, è stata La Repubblica, ma il documento è ufficiale ed è pubblicato on line.
A fronte di questa situazione nella programmazione dei prossimi fondi è stato previsto un impegno di 300 milioni di euro in un quinquennio. in pratica il 10% dell’esigenza secondo gli studi tecnici.
Una parte di questi interventi potrebbe essere fatta liberando letti dei fiumi e similari e per questo basterebbe utilizzare i forestali per gli interventi contro il dissesto idrogeologico ma gli interventi più consistenti necessitano di operazioni tecnicamente qualificate e costose.
Un allarme dimenticato ma pronto a ricordarci quanto il territorio possa essere letale. Sono 58 le vittime di eventi franosi e dissesti negli ultimi 15 anni in Sicilia ma la frequenza delle tragedia è in crescita.
Andiamo incontro alla stagione delle piogge e c’è solo da pregare che a danni e disagi non seguano anche vittime