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Olio made in italy a rischio Una petizione per garantire la qualità

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Da un articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” è emerso che l’olio che abitualmente viene comprato e quotidianamente utilizzato in cucina non è assolutamente prodotto con olive italiane. Dopo la pubblicazione dell’articolo è partita una petizione sul sito di petizioni italiane  Change.org, che al momento ha raggiunto le 48.983 firme su 50.000 richieste.

Nonostante la dicitura che compare sulla bottiglia dell’olio “Made in Italiy”, di “Italy” c’è solo il 16% delle olive utilizzate, mentre il restante 84% è di provenienza estera (Spagna, Grecia, Turchia, Marocco). Inoltre, il giornale spiega che “Un presunto cartello dell’olio italospagnolo che tiene bassi i prezzi, bypassa la qualità del prodotto ed elude le regole sulla concorrenza, ottenendo il marchio made in Italy pur avendo solo il 16% di olio italiano. Lo denuncia il nucleo di intelligence anti frode dell’Agenzia delle Dogane, che dal 2009 al 2013 ha redatto una serie di report che sono stati tutti secretati dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulle contraffazioni”.

Come sempre, chi di competenza, chi dovrebbe dare delle risposte preferisce nascondersi e non dare le dovute spiegazioni. A tal proposito, il deputato del M5S Francesco Cariello “ha proposto un ordine del giorno in sede di approvazione del Disegno di legge (A.C.1864) intitolato “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2013 bis” con cui chiede che venga istituita, presso il Ministero dell’Agricoltura, una banca dati rappresentativa delle diverse produzioni di oli extra vergini di oliva”.


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