Non sempre una bella giornata fa da cornice ad una bella esperienza, a me è successo. Sono andata ad incontrare a Valsamoggia/Bazzano(BO) il Sindaco e il Preside. Il Comune di Valsamoggia è nato il 1 gennaio 2014 dalla fusione di cinque comuni; Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno. Quest’accorpamento ha consentito lo sblocco di opere che si aspettavano da tempo. Mi trovo dinanzi due persone giovani intelligenti, cordiali, entusiasti del loro lavoro e, alla luce degli obiettivi che hanno raggiunto, direi anche coraggiosi. Avermi consentito di intervistarli insieme dimostra che tra loro c’è una buona intesa e collaborazione.Il Sindaco si chiama Daniele Ruscigno e il Preside Enrico Zanaroli.
Di chi è stata l’idea primaria di questo progetto?
“L’idea risale all’Amministrazione precedente - ammette il sindaco -che avviò la pianificazione urbanistica per individuare il posto dove costruire una scuola più capiente. Quando, nel 2009 subentrai io come Sindaco di Monteveglio, oggi Valsamoggia, mi sono trovato un progetto preliminare che è il primo passo per poi procedere nel fare le opere pubbliche. Appena insediato, abbiamo fatto una delibera in cui ci siamo impegnati a costruire una Scuola ma siamo andati oltre, impegnandoci a farla a zero emissione. Non è stato facile, ma abbiamo acquistato esperienza e conoscenza. Ci siamo resi conto che il costo non era più alto di molto rispetto ad una scuola normale e che occorreva la volontà e il coraggio di fare. Questa scuola, in effetti, costerà di meno rispetto alle altre perché in una visione a lungo termine, non avrà alcun esborso dal punto di vista energetico ed è stata inserita la garanzia, coperta da polizza bancaria, integrale della scuola e degli impianti da 5 a 20 anni. Ci è stata conferita la certificazione di Casaclima Gold, unica in Italia, oltre a Bolzano che aveva realizzato, con le stesse caratteristiche, un laboratorio di 600 mq. Avere questa certificazione non è stato facile.
Si è fatto un test che è consistito nel mettere una macchina dentro le aule, pompare aria per verificare se c’erano dispersioni.. Sono rimasti soddisfatti e ci è stata conferita la targa”.
E’ stato facile fare approvare il progetto?
“Assolutamente no. Abbiamo avuto 2 difficoltà: una di tipo culturale. Tutti pensavano che non fosse possibile fare un’opera del genere. Anche in fase di gara abbiamo dovuto lavorare tanto con gli uffici, per fare un bando che potesse far vincere non l’impresa vicina ma quella che portava il progetto migliore. L’altra difficoltà è quella tipicamente italiana. Durante queste fasi di lavoro, sono state raccolte delle firme contro, perché, non siamo in grado, a fronte di un buon obiettivo, di metterci insieme a remare dalla stessa parte. Il culmine del nonsenso è stato raggiunto con una telefonata che mi arrivò una domenica mattina dal maresciallo dei Carabinieri il quale mi informava che era stata fatta una denuncia a mio carico perché lavoravamo in una zona archeologica. Si bloccarono i lavori per 6 mesi, si bucherellò dappertutto per arrivare alla conclusione che non c’erano da nessuna parte reperti archeologici. Quindi le difficoltà ci sono state, non tecniche”.
A chi vi siete ispirati come termine di paragone?
“Siamo andati in giro per l’Italia. Con Bolzano ci siamo incontrati per un confronto preliminare per la costruzione del progetto. Ci hanno dato consigli. L’investimento ha avuto un costo perché i progettisti che sanno fare queste opere hanno un costo ma poi c’è un enorme vantaggio”.
Secondo lei sarebbe possibile una scuola con queste caratteristiche in un contesto urbano?
“Assolutamente sì. Se lo è per noi che siamo in un territorio per il 90% verde e 70% agricolo, a maggior ragione funzionerebbe in città dove si spendono tanti soldi in energia, facendo bruciare il gas, dentro le caldaie, per riscaldare le piazze fuori, piuttosto che dentro le scuole: è pura follia. Da quest’anno mi è stata affidata la delega Città Metropolitana di Bologna per tutte le Scuole superiori, e stiamo tentando di replicare il progetto anche lì”.
Quali sono state le reazioni dei genitori e del corpo docente?
“Il fatto che si parlasse da un decennio di scuola – dice il Preside – nuova era dovuto alla situazione demografica che c’era prima. Questo territorio, anni 1990/2000, era fortemente inurbato rispetto alla città bolognese, e quindi, necessitava di una scuola dove i ragazzi potessero stare in sicurezza, ma soprattutto i bimbi, quindi la primaria che era concentrata in aule più piccole e vecchie da 30/40 anni. Stessa cosa è successa con il livello di saturazione della scuola media unica per Bazzano e Monteveglio che impegnava addirittura anche il terzo piano. Ora abbiamo 15 aule per la scuola primaria, aule di grande vivibilità, perché l’ambiente di apprendimento non è secondario come problema agli altri. I ragazzi lavorano agiatamente, si può fisicamente rimodulare la sistemazione dei banchi, fare gruppi a 4. In ogni classe ci sono 27 ragazzi e se non hai spazio non si lavora. Questi problemi a Monteveglio non esistono più. Ci sono istituti con vetrate alte, tutte su un piano, con condizioni di vivibilità assolutamente straordinarie”.
La scuola è già iniziata, contestazioni, approvazioni, conferme gia avute?
“Certamente, è stata una scommessa che è stata vinta, ma la situazione era costantemente monitorata, e questo creava fiducia in tutti.
Siamo arrivati in tempo per cominciare l’anno scolastico; rimangono dei lavori di rifinitura, qualche arredo, ma è normale amministrazione. Questa scuola primaria è situata in una zona che non è centrale, però ha possibilità di spazio per ospitare squadre che sono in serie B. Avrà anche una palestra che ospiterà eventi sportivi vari; abbiamo già una squadra di pallavolo: Non dimentichiamo che questo Comune raggiunge i 30.000 abitanti, quindi una realtà notevole”
Che peso ha avuto la collaborazione Istituzioni/Scuola?
“Molta importanza, nel senso che ho dialogato molto con i dirigenti, non solo con Zanaroli – riprende il sindaco – ma con tutti quelli che c’erano prima, sia per quanto riguarda parte della realizzazione che le scelte fatte al suo interno. Il progetto iniziale è stato profondamente modificato al di là della parte energetica ma proprio della struttura, per una serie di accorgimenti scaturiti dal confronto. E’ stato un bel lavoro, anche con il corpo docente, sono state ascoltate le esigenze dal punto di vista didattico”.
Questa grande realizzazione ha un messaggio in un momento storico in cui tutto punta all’individualismo e alle divisioni?
“La scuola è il futuro dei nostri figli – sostiene il Preside – dobbiamo lavorare sul piano formativo e sull’integrazione. Mi riferisco agli svantaggiati, quindi immigrazione e disabilità. Parlando di risorse chi ne ha meno deve essere sostenuto per raggiungere la parità ed integrarsi. La scuola è il volano del futuro, se non si investe nei giovani, credo che avremo sempre una Società vecchia”.
Progetti futuri?
“Bisognerà fare un’analisi demografica -.aggiunge il capo istituto – per fare delle valutazioni a fronte degli investimenti onerosi, poi occorrerà essere tremendamente determinati”.
Potete dare un consiglio, ognuno per quanto di competenza, ai vostri colleghi che sarebbero interessati ad emularvi?
“Non dimentichiamo che tanto è stato fatto, ma c’è dell’altro – aggiunge il Preside – quindi occorrono valutazioni che scaturiscano dalla chiarezza, collaborazione e voglia di fare che resistano nel tempo. Senza queste qualità non si possono affrontare situazioni di questo tipo”.
“Nell’immediato c’è da realizzare la Palestra – continua il sindaco – un ampliamento della Scuola dell’Infanzia e utilizzare al meglio gli spazi nuovi che si sono guadagnati con la realizzazione del progetto della primaria”.
Poi il sindaci ci regala una chicca in anteprima “Comunicazione non ancora fatta a nessuno. Siamo già in campo per la Scuola superiore secondaria e quindi: licei, istituti tecnici e professionali. Questo è un progetto ancora più ambizioso. Qui non abbiamo ancora scuole secondarie e i nostri giovani vanno a Bologna, Casalecchio e nel modenese. Sia la Regione che la ex Provincia hanno individuato la potenzialità di insediare un polo scolastico superiore e stiamo già lavorando a questo”.
A noi non resta che aggiungere, come dice il Sindaco, che questa è la Valsamoggia: 30.000 cuori che battono, teste che pensano e mani che lavorano.