Sono complessivamente 24 gli ultras arrestati dalla polizia di Messina nell’ambito delle indagini per i disordini dopo il derby dello Stretto dello scorso 30 maggio, uno spareggio salvezza che ha poi condannato i giallorossi alla retrocessione in Serie D.
Stamani gli agenti della Digos hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di 12 persone, mentre quattro sono stati sottoposti all’obbligo di firma.
Nel pomeriggio del 30 maggio scorso, si sono registrati degli scontri fra uno sparuto gruppo di ultras e gli uomini delle forze dell’ordine. I cordoni di polizia hanno impedito che gli ultras raggiungessero dapprima il rettangolo di gioco dello stadio San Filippo e la tribuna centrale al termine del derby, poi l’area tecnica dell’impianto riservata agli addetti ai lavori nonché alle due squadre di calcio ed alle rispettive dirigenze.
Il gruppo si è poi spostato in spostato in tangenziale a Messina e successivamente lungo la S.S.114 per raggiungere i 700 tifosi della Reggina scortati al porto di Tremestieri.
Nei disordini è rimasto ferito un poliziotto, mentre solo qualche ammaccatura per pullman che trasportavano i tifosi amaranto.
Gli investigatori della Digos hanno visionato le immagini registrate in quei momenti e sono riusciti a risalire alle 12 persone arrestate pochi giorni dopo e a quelli ai quali è stata notificata oggi l’ordinanza di misura cautelare emessa dall’autorità giudiziaria.
I reati contestati sono a vario titolo lancio di materiale pericoloso, possesso di artifizi pirotecnici in occasione di manifestazioni sportive, lesioni personali, divieto di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento. Dalla questura di Messina fanno sapere che uno dei soggetti colpiti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari è al momento irreperibile.