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“Messina provincia rassegnata, basta con la politica degli interessi”

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La sofferenza del mondo del lavoro siciliano, una disoccupazione che secondo gli ultimi dati ha raggiunto il doppio della media. Un territorio, quello messinese, che soffre più di tutti la crisi che si registra ormai dal 2008: una caduta del 17%, con punte del – 40% nel settore Industria e del – 58% in quello delle Costruzioni, nessuna prospettiva per i giovani. Sono stati i temi della della giornata di mobilitazione regionale decisa da Cgil Cisl e Uil che a Messina ha visto i sindacati riuniti al PalaCultura.

La Sicilia – ha detto Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina, nel corso del suo intervento – è un’isola che si sta allontanando sempre di più dalla civile convivenza e dalle opportunità che offre ai propri cittadini. La politica regionale è stata solo di interessi e non interessata alla popolazione siciliana»
Secondo Cgil, Cisl e Uil, in un tale contesto e anche per l’approssimarsi della Legge di Stabilità, è urgente aprire tavoli di confronto sulle vertenze “storiche” mai risolte, che riguardano settori che non sopravvivrebbero senza un intervento finanziario, con la conseguenza inevitabile di gravissime tensioni sociali. Non bisogna sprecare l’occasione di utilizzare bene le risorse dei Fondi strutturali della nuova programmazione europea 2014-2020, un’opportunità fondamentale per creare occasioni di sviluppo nel prossimo decennio. Si rivendica l’attuazione degli accordi di Programma Quadro per la modernizzazione della rete ferroviaria, della portualità, della logistica e della salvaguardia del territorio.

«In un’isola depressa come la Sicilia – ha aggiunto Tonino Genvovese- la provincia di Messina sembra essere ormai rassegnata. Non possiamo permetterlo. C’è bisogno di una svolta e di una presa di coscienza da parte di tutta la popolazione. Oggi, tutti noi, disoccupati, lavoratori, pensionati, precari, vogliamo far sentire la nostra voce a chi governa questa condizione intollerabile e inaccettabile».

Genovese ha anche affrontato il tema più attuale, quello dell’emergenza che Messina ha vissuto nell’ultima settimana. «È la dimostrazione – ha denunciato – di come sull’emergenza si realizzano gli interessi e non possiamo più permettere che questo accada. C’è bisogno di programmazione e di una spesa coerente con i bisogni della popolazione. C’è bisogno di invertire l’impostazione che adesso va verso l’assistenzialismo. La macchina pubblica deve funzionare, deve essere ristrutturata e riorganizzata per dare opportunità e costruisca affinché ci sia lavoro e futuro per i giovani di questo territorio e si presti maggiore attenzione ai bisogni delle persone e degli anziani».

“Con Crocetta abbiamo assistito a un’involuzione piuttosto che a una rivoluzione. Il quadro economico- sociale è peggiorato e dove ci sono stati interventi ci sono solo macerie. Se oggi siamo in piazza in Sicilia è per dire che la situazione è ormai intollerabile e che il tempo è scaduto: subito le risposte o la politica ne tragga le conseguenze”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, parlando a Messina nell’ambito di una delle nove manifestazioni organizzate per oggi da Cgil, Cisl e Uil siciliane per chiedere lavoro, sviluppo e legalità.

Pagliaro ha rilevato : “ In tre anni di governo, le uniche cose che abbiamo visto sono i rimpasti, quasi 50 assessori in tre anni, le liti per le poltrone, una politica parolaia e fallimentare che ci ha condotto nella situazione attuale. Al governo Crocetta – ha sostenuto Pagliaro- è riuscita un’impresa davvero memorabile: essere peggiore dei pessimi governi che lo hanno preceduto. C’è il vuoto: le poche riforme fatte sono state impugnate, i conti non sono stati risanati, le emergenze e la crisi continuano. E adesso- ha sottolineato il segretario della Cgil Sicilia- continuerà la nostra mobilitazione se non registreremo subito un cambio di direzione e un’accelerazione del passo”.

Pagliaro ha ricordato che negli anni della crisi sono andati in fumo 170 mila posti di lavoro la povertà è cresciuta e con essa il disagio sociale. “Le prospettive restano nebulose- ha rilevato- non si è stati in grado di offrire nulla ai giovani se non tirocini che sembrano più un regalo alle imprese per avere manodopera a basso costo che altro”. Il segretario della Cgil non è stato tenero neanche nei confronti del governo Renzi.

Il Sud continua a non essere nei progetti dell’esecutivo nazionale”, ha detto, “a questo governo i più deboli e le aree più fragili del paese non interessano, sono altri gli interessi che vuole promuovere e tutelare come dimostra il fatto che tutti i progetti che ha annunciato per il sud, come il Piano per il lavoro o il business plan , sono solo rimasti dei titoli”.

Dalle piazze i sindacati confederali rilanciano le loro rivendicazioni, prima tra tutte quella di procedere a un’operazione verità sui conti della regione per disboscare i veri sprechi e risanare e riqualificare la spesa pubblica. “Non sono i lavoratori la fonte degli sprechi- ha detto Pagliaro- ma la politica che non fa le riforme, che non manda i forestali sul territorio per combattere il dissesto idrogeologico, che priva la Sicilia di un sistema formativo che funzioni, che non dà all’isola un efficiente sistema di gestione dei rifiuti e un’amministrazione regionale che funzioni, che non utilizza in modo efficiente i fondi strutturali europei”.

Pagliaro ha sostenuto che “il sindacato altro non chiede che “passi avanti negli ambiti in cui si riscontrano criticità: dalla viabilità, ai sistemi produttivi, ma serve anche che ci siano politiche di inclusione sociale e di contrasto alla povertà, per evitare che il sistema sociale imploda . Noi chiediamo- ha affermato Pagliaro- che ci sia un progetto reale con tappe forzate: non è chiedere la luna ma cominciare ad agire nell’interesse della Sicilia e dei siciliani”.


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