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“Mi scuso, è stato un disguido” Si giustifica funzionario ‘fantasma’

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Di avere a che fare con la burocrazia regionale non lo si augura a nessuno – le lungaggini sono la cifra costante – meno che mai quando cerchi una persona e non la trovi, ma forse l’hai trovata e non lo sai.
Vi abbiamo raccontato ieri la paradossale vicenda accaduta al sindaco di Ventimiglia di Sicilia all’assessorato regionale alle Infrastrutture.

Il primo cittadino, presentatosi negli uffici di via Leonardo Da Vinci a Palermo, previo appuntamento e con alla mano la documentazione relativa ad un bando, aveva faticato non poco a parlare con la persona che avrebbe dovuto riceverlo.

In realtà quella persona ce l’aveva davanti, ma non poteva saperlo, dal momento che lo stesso aveva detto di non essere lui, e che si trattava di un altro impiegato che era già andato via (erano appena le 11 del mattino), salvo poi ritrattare tutto davanti all’evidente disappunto del sindaco.

Il funzionario protagonista della vicenda è un architetto e si chiama Mimmo Palermo. Dopo il polverone causato da quanto accaduto intende scusarsi pubblicamente, parla di “malinteso” e assicura di essere stato sempre ligio ai propri doveri professionali.

Mi scuso con il sindaco e con tutti – dice a BlogSicilia – non so dire bene cosa è successo, di certo non ci siamo capiti con il sindaco”.

Ma è vero – la domanda sorge spontanea – che avevate un appuntamento? La risposta è esitante: “Io sono mancato per due settimane a causa di gravi motivi familiari, l’appuntamento era stato preso dalla segretaria. Quando è arrivato il sindaco io ero appena rientrato dall’ospedale per una visita ad un mio parente gravemente ammalato, c’è stato un attimo di confusione, sto attraversando un momento delicato, non è vero che mi sono negato”.

La storia, così come come accaduta, sembra la solita riconferma dell’immagine di una amministrazione fannullona, e di cittadini costretti a fare i conti con una burocrazia estenuante.

“Mi dispiace, mi dispiace – continua a dire Mimmo Palermo che potrebbe ricevere un provvedimento disciplinare – lavoro qui da molti anni e non è mai accaduto nulla del genere. Non potevo immaginare tutto questo, non posso che chiedere scusa”.

Un’incomprensione, un equivoco. Non resta che augurarsi che si sia trattato davvero di questo e che negli uffici regionali ci sia ancora qualcuno disposto a fare il lavoro per il quale viene pagato con scrupolo e coscienza.


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