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Lavori a rischio a Palermo Gli arresti e la bufera sulla Tecnis

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Francesco Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, due delle 10 persone arrestate oggi nell’ambito dell’operazione “Dama nera” che svelato presunte corruzioni a carico dei funzionari dell’Anas, sono volti noti anche per le loro battaglie contro il racket delle estorsioni.

Nessuno poteva immaginare il groviglio di pressioni e appalti truccati che li vede oggi coinvolti, e che trascina nella bufera le loro aziende, la Cogip Infrastrutture Spa e la Tecnis Spa.

Il loro arresto mette a serio rischio la prosecuzione di importanti lavori pubblici a Palermo.
La Tecnis infatti, è impegnata in due cantieri in città, la cui storia è molto controversa.

Il primo cantiere riguarda la realizzazione dell’anello ferroviario da Giachery al Politeama per un importo di 154 milioni di euro. I lavori sono partiti appena un anno fa nonostante fossero stati appaltati nel 2007. Un lungo contenzioso tra Tecnis e Salini, secondo classificata nella gara, un ricorso, la denuncia di costi sottostimati da parte di Bosco Lo Giudice, misero in stop per anni l’opera, partita faticosamente e solo dopo una sentenza del Consiglio di Stato.

L’altro appalto che vede coinvolta Tecnis è quello dei lavori di disinquinamento della fascia costiera di Palermo dall’Acquasanta al Fiume Oreto. Un’opera da 15 milioni di euro, per la quale i problemi sono stati non pochi: partita a stento a seguito dell’ultimatum del vicesindaco Arcuri, i lavori sono stati poi ceduti alla consociata Sikelia ma sono stati stoppati più volte dopo il ritrovamento di reperti archeologici al Foro Italico.

Palermo ma non solo, perché proprio la Tecnis è stata in prima fila nella realizzazione di fondamentali infrastrutture, anche quelle, finite nell’occhio del ciclone. Basti citare la realizzazione di un lotto del viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento, lo stesso balzato agli onori della cronaca per essere franato appena una settimana dopo l’inaugurazione.

Dalla metropolitana catanese ai porti di Catania e Ragusa passando per la Salerno-Reggio Calabria e altre centinaia di commesse: un giro d’affari per la Tecnis da 800 milioni di euro l’anno. Un’impresa che andava a gonfie vele, la prima del settore nel sud Italia.

Adesso, dopo l’arresto dei due imprenditori, finiti ai domiciliari, quali saranno le sorti dei lavori già iniziati?

Il Comune di Palermo, intanto, tramite una nota stampa, informa che “appreso dei provvedimenti giudiziari che riguardano dirigenti della società Tecnis impegnata nei lavori del primo lotto di chiusura dell’anello ferroviario di Palermo, il sindaco Leoluca Orlando, in attesa di ricevere ulteriori informazioni e valutare l’eventuale adozione di provvedimenti conseguenti, ha dichiarato che “mentre il Comune continuerà a vigilare sul corretto avanzamento dei lavori in atto affidati alla Tecnis, sarà verificato, così come si chiederà a FS di verificare il permanere dei requisiti quali appaltatori di lavori pubblici. In ogni caso – conclude il Sindaco – chiederò di incontrare con urgenza il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio e i vertici delle Ferrovie, al fine di discutere insieme e valutare eventuali iniziative che possano evitare conseguenze gravissime, non solo per il trasporto pubblico ma per tutta la mobilità urbana interessata da importanti cantieri gestiti dalla società Tecnis”.

Leggi la replica della Tecnis


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