Mancano ormai 60 giorni alla scarcerazione di Totò Cuffaro, il Presidente della Regione siciliana al tempo stesso più amato e più odiato di sempre. Condannato per favoreggiamento a personaggi considerati mafiosi e rivelazione di segreti giudiziari, l’ex Presidente uscirà dal carcere il 16 dicembre dopo aver scontato quasi 5 anni. una pena senza sconti se non quello ‘obbligatorio’ per buona condotta carceraria così come previsto dal codice.
E in Sicilia c’è già chi conta i giorni in attesa del ritorno di Cuffaro che, però, ribadisce in una intervista al tempo, che non intende in nessuno caso e modo ritornare a fare politica “la politica ès tata la mia vita, il modo in cui mi sono donato alla gente. Non rinnego la scelta di aver fatto il presidente della Regione e lo rifarei – dice al giornale – è stato un onore essere il presidente dei siciliani. la consapevolezza di essere stato votato da 2 milioni di siciliani ed avere avuto la loro fiducia mi riempie di orgoglio e non nego che se il vecchio Cuffaro manca a qualcuno ciò mi fa piacere. ma il mio tempo per la politica è finito. Io la facevo nel tempo delle ideologie e dei valori. oggi sarei un pesce fuor d’acqua perché valori non ce ne sono più”.
Cuffaro ricorda chi gli è rimasto vicino con affetto e chi non lo ha fatto senza raconre ma ad Ignazio marino ex sindaco di roma che ricorda di conoscere bene quale direttore dell’Ismett di Palermo quando lui era presidente della Regione augura “giorni sereni come lui non ha fatto con me”.
Sulla politica di oggi il giudizio di Cuffaro è tranciante “Renzi è animato di grande volontà e voglia di fare ma dovrebbe dialogare di più. Avrebbe ottenuto gli stessi risultati con le riforme costituzionali dialogando con gli altri ma attualmente è l’unico rimasto. Berlusconi è alle corde e si aggrappa al nulla. Non nascondo di essere preoccupato per il nostro Paese”
Niente più politica ‘beffarda e insidiosa‘ dunque e non appena uscito “Correrò a trovare mia madre che mi è stato impedito di vedere in questi anni, poi starò con mia moglie e i miei figli e dormirò, finalmente, nel mio letto. Un uomo ha bisogno del suo letto”