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Unipa, a Medicina continuano i disagi: “Basta lezioni virtuali”

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Continuano i disagi alla facoltà di Medicina di Palermo dove proseguono le video lezioni. Nonostante l’inaugurazione di una nuova aula, il problema non sembra essere stato risolto.
Tanto che gli studenti denunciano “la violazione del regolamento dell’Università”

“Durante questi primi giorni di lezione – raccontano – abbiamo assistito increduli a quanto accaduto agli studenti iscritti al secondo anno del corso di studi in Medicina e Chirurgia. Gran parte di questi, infatti, sono stati costretti a seguire delle improbabili lezioni in streaming. Abbiamo atteso con ansia che il problema venisse risolto, ma al di là delle rassicurazioni da parte del rettore Lagalla che riguardavano le possibili assunzioni di nuovi docenti e la comunicazione degli interventi volti a potenziare le attrezzature che consentono la proiezione delle lezioni, nulla è stato fatto.

L’articolo 26 del Regolamento didattico di Ateneo – continuano gli studenti – intitolato “Doveri didattici dei professori e ricercatori”, al comma 2 recita che “l’attività didattica dei docenti si realizza secondo le seguenti tipologie: a) didattica frontale (lezioni, seminari ed esercitazioni in aula o in laboratorio o presso le stretture di area biomedica e delle professioni sanitarie); b) didattica sul campo”. E’ chiaro che siamo di fronte ad una palese violazione del Regolamento didattico di Ateneo. Non siamo un’università telematica!

Ricordiamo – concludono gli studenti – che ad oggi il problema è stato risolto solo per le lezioni di Anatomia, mentre per le lezioni di Fisiologia, Biochimica ad Immunologia, gli studenti sono ancora costretti a seguire delle lezioni virtuali. Gli studenti in questione, ricorsisti e non, sono degli studenti che pagano le tasse come tutti e che spesso sono addirittura “gonfiate” dal mancato esonero della tassa d’iscrizione e dei contributi d’Ateneo previsto per gli studenti meritivoli e privi di mezzi (altra palese legittimità per la quale abbiamo già depositato il ricorso).

Non possiamo tollerare tali palesi violazioni del diritto allo studio e se il problema non dovesse essere risolto in tempi brevissimi agiremo nelle maniere e nelle forme piu’ opportune”.


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