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Pacifisti in azione a Marsala Un flash mob contro la Nato

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Denunciare gli effetti negativi della guerra e la contrarietà all’uso della Sicilia per finalità belliche. Sono queste le ragioni che hanno spinto il Coordinamento provinciale contro la guerra e la Nato a mettere in atto un flash mob a Marsala.

I manifestanti protestano contro le esercitazioni della Nato (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord), che si svolgeranno a Birgi nei primi giorni di novembre. Questo evento è stato promosso dal coordinamento provinciale di Marsala contro la guerra e le esercitazioni belliche. L’iniziativa è stata preceduta da un importante e proficuo momento di informazione con la città facendo riferimento alle esercitazioni Nato che si terranno a Birgi dal 3 al 6 novembre, definite come la più grande esercitazione Nato dalla fine della guerra fredda dallo stesso Comando Generale dell’Alleanza Atlantica.

Il flash mob è scattato alle 18, ed ha visto i partecipanti buttarsi per terra al suono “improvviso” delle sirene accompagnato da suoni simulati di missili e bombardamenti, rimanendo fermi e distesi  fino alla fine di quest’ultimi. I partecipanti al “mob”, dopo essersi alzati tutti insieme, hanno concluso il tutto con un  lungo applauso.

E’ iniziata in questo modo la mobilitazione  contro il “Trident Juncture” che vedrà il suo culmine alla manifestazione regionale che si terrà a Marsala sabato 31 ottobre, indetta dal “Coordinamento provinciale contro la guerra e la Nato” e dal “Coordinamento regionale dei comitati No Muos”.  Per tutto il mese sono previste iniziative di informazione e sensibilizzazione disseminate sul territorio provinciale e regionale.

Dal 3 al 6 novembre cacciabombardieri, grandi velivoli da trasporto e aerei spia decolleranno dalle piste di Birgi per simulare attacchi contro unità navali, sottomarini e target terrestri per testare i nuovi sistemi di distruzione di massa. L’utilizzo della Sicilia per tali finalità la renderanno un laboratorio di sperimentazione bellica, violandone la sua vera natura, rendendola luogo in cui si testano tecniche atte alla sopraffazione e all’annientamento di centri abitati.

 

 

 

 


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