L’Aci Sicilia (Alleanza cooperative italiane) che unisce Agci, Confcooperative e Legacoop si mobilita contro le false cooperative e a sostegno del ddl di iniziativa popolare presentato dall’Aci nazionale che introduce regole e controlli più severi a garanzia della libera concorrenza e dei lavoratori. Per tutta l’estate a partire dall’1 agosto, verrà avviata una raccolta nelle località balneari.
I particolari della campagna sono stati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa a Palermo, insieme ai dati sulle false cooperative in Sicilia.
“Nei mesi scorsi abbiamo già raccolto 2500 firme a sostegno del ddl – ha detto il presidente dell’Aci, Gaetano Mancini – Ora riprendiamo dalle località balneari”. Si riparte il primo agosto da Mondello, a Palermo, e poi ci si sposterà a Messina e Catania con iniziative concordate insieme ai sindaci delle due città, Renato Accorinti ed Enzo Bianco. In calendario anche altre piazze in comuni turistici come Capo d’Orlando.
Il tema ha un peso economico di non poco conto. “In Italia – ha spiegato Mancini – le false cooperative ‘vivono’ sulle spalle di circa 120 mila lavoratori a cui non vengono garantite le prerogative contrattuali e drenano al mercato risorse per circa 175 milioni di euro”. Secondo l’Aci Sicilia, si stima che siano 5 mila i lavoratori in nero a servizio delle false cooperative siciliane. “E tutto questo – ha aggiunto il presidente di Legacoop Sicilia, Pietro Piro – si traduce in concorrenza sleale e, il più delle volte, nello sfruttamento dei lavoratori”.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche il consulente giuridico di Legacoop, Nino Caleca: “Qui in Sicilia – ha detto Caleca – la formula cooperativa viene spesso utilizzata per frodare il fisco e per riciclare denaro sporco. Sostenere il ddl di iniziativa popolare dell’Aci significa sostenere le cooperative sane dell’Isola”.
In tutta l’Isola sono 10 mila le cooperative attive. L’Aci Sicilia conta 5 mila imprese associate, 40 mila occupati, 210 mila soci e un fatturato globale aggregato di quasi 3 miliardi di euro. Per avviare il disegno di legge in parlamento, serve raccogliere cento mila firme entro ottobre. In tutt’Italia hanno già firmato la petizione 30 mila cittadini.