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Racket cassette al mercato di VittoriaPadre e figli in manette per mafia

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“Nessuna cassetta entra qui sul mio territorio senza che io ne sappia niente”. E’lo stralcio di un’intercettazione che sintetizza l’operazione ‘Box’ delle Squadre mobili di Ragusa e Catania e del commissariato di Vittoria che hanno arrestato tre persone accusate di estorsioni e violenze esercitate con modalità mafiose, in forza della rivendicata contiguità al clan mafioso degli stiddari.

In manette sono finiti Giacomo Consalvo,60 anni, in passato arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti ed estorsione, e i figli Giovanni, di 35 anni, e Michael di 26.

Secondo gli inquirenti avrebbero imposto forniture e servizi agli agricoltori del mercato ortofrutticolo di Vittoria. I tre, titolari di aziende per il confezionamento dei prodotti ortofrutticoli (cassette ed imballaggi in plastica), erano temuti dagli altri imprenditori, così da falsare, con le loro imposizioni, anche i prezzi di mercato.

Le indagini, durate due anni e coordinate dalla Procura distrettuale antimafia di Catania, si sono avvalse di intercettazioni telefoniche ed ambientali e nel blitz di stamani gli agenti hanno anche sequestrato oltre 450.000 euro tra contanti e titoli.

I Consalvo sarebbero stati descritti anche da collaboratori di giustizia come persone di ‘rilevante spessore’ nel settore delle imposizioni sul mercato e delle estorsioni.

Proprio nelle intercettazioni, gli inquirenti hanno scoperto che i tre avrebbo avuto a disposizione delle armi, pronte a essere usate contro i ‘disobbedienti’ e durante le conversazioni sarebbe stato provato il coinvolgimento anche di altre persone, sia in ambito familiare sia professionale, una decina delle quali risulta indagata.

Singolare il contenuto di un’intercettazione in cui Giacomo Consalvo si sarebbe vantato dei suoi contatti con Toto’ Riina: negli anni Settanta, dice ai suoi interlocutori, gli fu fatto il suo nome “ai palermitani”, e “in quel periodo le persone di cui parla erano tutti pastori”.

Nello stesso contesto aggiunge che se un giorno lui dovesse decidere di parlare a un giudice, avrebbe “da raccontare molte cose”.


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