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Cani da guardia davanti al deposito Stazione servizio abusiva: 7 arresti

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Un’area recintata, attrezzata come una stazione di servizio, in cui veniva venduto gasolio di contrabbando. L’ hanno scoperta i finanzieri del Comando Provinciale di Catania impegnati negli ordinari controlli di contrasto delle frodi sui prodotti petroliferi.

L’operazione delle Fiamme Gialle è scattata di notte a seguito dei dispositivi di monitoraggio attuati sulle aree del territorio etneo considerate “a rischio” di traffici illeciti in quanto abituali luoghi di sosta per autoarticolati e prossime agli svincoli autostradali.

A richiamare l’attenzione degli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria verso una zona adiacente al centro commerciale “Porte di Catania”, sono stati due grossi autoarticolati telonati sorpresi mentre accedevano a un’area isolata e protetta da due cancelli elettrici e da alcuni cani da guardia.

L’intervento dei finanzieri ha consentito di sorprendere sul piazzale alcune persone a trasbordare prodotto petrolifero dai camion in grosse cisterne.

Le successive perquisizioni hanno portato al sequestro dei due autoarticolati, di 53 mila litri di gasolio – contenuto in recipienti da 1.000 litri e importato illegalmente dalla Slovenia -, del magazzino utilizzato per lo stoccaggio del carburante, delle attrezzature per il travaso del prodotto, di alcune cisterne e di un grosso serbatoio dotato di pistola erogatrice e conta-litri. I due autotrasportatori, un croato e uno sloveno e altre cinque catanesi presenti, tra cui i proprietari dell’area, sono stati tratti arrestati per contrabbando.

Il gasolio è, dunque, caricato in grossi recipienti a bordo di camion telonati e viaggiava accompagnato da documenti di trasporto che ne attestano falsamente la natura di “olio lubrificante” e indicano una falsa destinazione.

Il prezzo medio di vendita del gasolio di contrabbando, come accertato nell’ambito di numerose indagini, è inferiore di circa 20 – 25 centesimi per litro a quello praticato dai distributori regolari. Il risparmio per gli utenti, per lo più autotrasportatori, non tiene conto, tuttavia, dei rischi di danni meccanici che il prodotto – di scarsa qualità e non rispondente agli standard di sicurezza – può causare. I maggiori profitti di questo traffico illecito vanno ai venditori del carburante, i quali possono contare su un prezzo di acquisto di circa il 60% inferiore a quello della regolare rete di distribuzione.


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