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Lo querelo, anzi no torni a posto Crocetta, Cicero e il governo della schizofrenia

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Ad una agenzia di stampa che da sempre gli è vicina dichiara che le affermazioni e le dimissioni di Cicero sono irricevibili e sta valutando se querelarlo e comunque da tempo ha dubbi sulla legittimità (di cosa?); ad un’altra spesso usata come ufficio stampa personale dice l’esatto contrario: “Cicero l’ho sempre sostenuto, deve andare avanti”. Tutte dichiarazioni riportate dai giornali, dalle tv e così via. chi usa questa chi usa quella. Nessuno che le usi entrambe perché chi ascolta non capirebbe. Ma chi si tiene informato e segue più di un mezzo di comunicazione è ugualmente confuso, forse perfino di più.

Si sinterizza così la giornata di ieri del presidente della regione Rosario Crocetta, travolto dalla vicenda Confindustria proprio quando sembrava che avesse trovato la quadra per arrivare, con il supporto anche di Ncd, fino a fine legislatura.

A questo va aggiunto l’eterno shock di Crocetta che fa risalire il suo silenzio sulla vicenda Cicero (quella precedente alle dimissioni di ieri, che lo vede, a dire suo e di Confindustria, al centro di minacce della mafia delle aree industriali) proprio all’essere ancora tramortito dalla vicenda Tutino.

E’ finito così nel fango il rapporto fra il Presidente rivoluzionario ed un altro pezzo della sua rivoluzione della legalità, il rapporto con quel Alfonso Cicero che nessuno ha mai voluto in quel posto ad eccezione di una parte ben precisa di Confindustria, creatura di Marco Venturi assessore confindustriale della giunta Lombardo, sposata da Crocetta. E’ finito nello scambio di accuse la storia nata durante quella conferenza stampa del 2013 nel corso della quale Crocetta beatificò Cicero.

Che dentro Confindustria sia in corso uno scontro al fulmicotone e che l’intervista di Marco Venturi che da del delinquente ad Antonello Montante sia piovuta come un ulteriore fulmine al ciel sereno è cosa ormai chiara. Ma più che scandali e guerre intestine in una fazione del potere antimafioso che si disgrega sorprende proprio la reazione scomposta e disorientata del Presidente della Regione.

L’uomo che ha cambiato idea su tutto in ogni istante del suo governo, riesce adesso a smentirsi da solo nel breve volgere di qualche ora. O le agenzie di stampa ed i suoi tradizionali portavoce occulti non hanno compreso ed hanno tradotto in maniera opposta il Crocetta pensiero o l’uomo al governo è in stato confusionale. Forse sotto shock ancora per Tutino e per tutti gli altri che gli stanno, uno ad uno, voltando le spalle dichiarando chiaramente che non c’è proprio nulla di rivoluzionario nel suo governo.

Preoccupa che un uomo che ha in mano le sorti di una Regione possa essere così poco chiaro ma preoccupa ancora di più se ha smarrito la sua strada rivoluzionaria. Se governa a caso come dichiara la Sicilia potrebbe avere un problema, uno ancora più grosso di quelli di bilancio. Ma un atto di governo non è una reazione estemporanea. E’ ponderato, vagliato, scritto e riletto, valutato anche da tanti esperti e funzionari, quindi è un atto sicuro che asserisce un principio legalmente ineccepibile.

Il contenzioso, le impugnative, le sentenze del Tar e così via, però, qualche dubbio lo lasciano. Nella speranza che i consiglieri ‘normativi’ non siano gli stessi che appoggiano la schizofrenica comunicazione. Nessuna pretesa di conoscenze sanitarie ma chi ascolta le dichiarazioni, legge gli atti, guarda le conseguenza potrebbe avere la sensazione che il governo sia gestito in modo ‘schizofrenico’.

(Nella foto ‘tempi lontani’; la conferenza stampa congiunta Crocetta -. Cicero del 6 agosto 2013)


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