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Raffaele Lombardo: “Il voto di scambio è nei cambi di casacca”

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Raffaele Lombardo, l’ex presidente della Regione Siciliana, imputato nel processo per voto di scambio insieme con il figlio Toti, attuale deputato regionale, dalle colonne del suo blog e con un video sulla sua pagina Facebook ha commentato la richiesta di condanna avanzata dai pm Lina Trovato e Rocco Liguori.

“E’ stato costruito un processo per voto di scambio – dice Lombardo – in uno dei pochi casi in cui non c’è il voto di scambio. Perché che ci sia il voto di scambio in Italia, nel Mezzogiorno, in Sicilia, fino alla provincia di Catania, non ci sono dubbi. Il voto di scambio a Catania non va cercato, non va inventato, forse è il caso di usare meglio questo termine. Basta cercarlo nelle trasmissioni, nei documentari, nei servizi della televisione. Basta cercarlo nelle trasmigrazioni alle quali corrispondono motivazioni spinte da assunzioni di parenti e dal potenziamento del conto in banca. A Catania è di dominio pubblico che gente ha cambiato partito perché ha avuto soldi, che gente ha cambiato partito e ha dato voti sotto elezioni, ma non soltanto, perché gli hanno assunto il figlio, il osare te, lo zio, eccetera. Paradossalmente, io che vengo processato insieme a mio figlio come promotore è protagonista del voto di scambio, sono una vittima del voto di scambio. Perché le trasmigrazioni che si sono verificate negli ultimi anni dall’opposizione al governo, dal governo all’opposizione sono un’infinità. E nel febbraio 2013 quando questa indagine non era ancora partito il segretario del mio partito Piscitello le ha denunciate. E lo hanno fatto anche i grillini, può darsi che la procura di Palermo riprenda questa inchiesta. Piscitello ne ha indicato nomi e cognomi per verificare se accanto ad ogni trasmigrazione vi fosse un favore, una cortesia. Oggi la maggioranza del consiglio comunale è fatta per due terzi di persone che stava dall’altra parte con Stancanelli. Sono tutti passato per nobili motivi? Qualcuno di loro e trasmigrato dall’altra parte per ignobili ragioni di scambio, di corruzione elettorale e politica e invece si celebra il processo…”

Per l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo l’accusa ha richiesto la pena di un anno e due mesi, con cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e per Toti Lombardo la pena di 10 mesi e sette anni di interdizione dai pubblici uffici.

La pubblica accusa ha ripercorso le tappe dell’inchiesta ed enunciato il teorema accusatorio che proverebbe il voto di scambio.  Gli altri imputati sono Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida.

 

 

La prossima udienza, per il completamento degli interventi difensivi, è prevista per il 15 ottobre, mentre per le repliche e la sentenza si dovrà attendere il prossimo 29 ottobre.


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