Un nuovo presidente alla sezione Misure di prevenzione del palazzo di giustizia di Palermo. E’ Mario Fontana. Silvana Saguto, ieri, ha lasciato l’incarico per questioni di opportunità essendo indagata dalla procura di Caltanissetta per corruzione ed illecita induzione.
Al centro dell’inchiesta, insieme al magistrato di prima linea nella lotta alla mafia attraverso la confisca dei beni, ci sarebbero anche il principe degli amministratori giudiziari palermitani ovvero l’avvocato Cappellano Seminara e uno stretto intreccio di relazioni che avrebbe porta proprio l’amministratore, a sua volta, ad affidare incarichi al marito e al figlio della Saguto.
Una ipotesi accusatoria fortemente contrastata dalla stessa Saguto e dagli altri indagati, fatto sta che da tempo Cappellano Seminara è al centro di polemiche per la mole di incarichi, per le parcelle milionarie e così via sempre giustificate con l’ampio pool di professionisti del quale si avvale.
Ma c’è chi, a palazzo di giustizia, fa notare che il Pm dell’inchiesta nissena sia Lia Sava, magistrato che ha lavorato a Palermo e che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere sentito da altra procura, forse Catania, come persona informata sui fatti in un’altra inchiesta, quella su Matteo Tutino e sui suoi rapporti fra politica e magistratura che ha già condotto magistrati a presentare relazioni di servizio sulle proprie conoscenze con il medico.
Nella vicenda ci sono magistrati trasferiti, magistrati spostatisi in politica, ex magistrati dimessisi e, probabilmente, non due ma 4 procure coinvolte per effetto della sorveglianza incrociata fra i vari organi inquirenti.
Gli intrecci fra inchieste diverse sono tanti. Alcuni casuali, altri forse no. Di fatto l’inchiesta a Palermo sui beni confiscati è solo all’inizio e potrebbe riservare sorprese, giudiziarie e non, che riguardino gli equilibri interni alla magistratura e forse non soltanto di quella.