“Salvaguardare le risorse della Terra, in maniera tale che non diventi sempre più povera. Dobbiamo educare i nostri giovani a guardare le stelle: chi scopre il cielo, non può commettere nulla di male in Terra”: chi parla è George Fitzgerald Smoot, Premio Nobel per la Fisica nel 2006, in Sicilia per partecipare al Gal Hassin che ogni anno si tiene ad Isnello (in provincia di Palermo) dove si sta completando il PAM, il parco astronomico delle Madonie, un investimento da 15 milioni di euro, unico in Europa.
“Il progetto del Parco astronomico di Isnello è un gioiello dell’umanità: il suo telescopio sarà capace di osservare uno spazio di cielo dieci volte il diametro della luna piena e di esaminare 50 miliardi di galassie”, spiega l’astrofisico e cosmologo statunitense, primo a fornire una prova della correttezza della teoria del Big Bang: le sue ricerche hanno permesso di comprendere la struttura dell’universo.
“Non escludo che in altri mondi, in altre galassie, ci sia la vita. Magari diversa dalla nostra, ma l’universo è enorme, e noi abbiamo il dovere di esplorarlo. Anche per i nostri nipoti”, dice Smoot. Invitato ad Isnello, Smoot parteciperà al GAL HASSIN, la manifestazione, organizzata dal sindaco Giuseppe Mogavero, che ogni anno riunisce sulle Madonie i maggiori astronomi ed astrofisici internazionali.
Oggi (sabato 12 settembre) Smoot terrà una lectio magistralis sulla storia della “Mappatura dell’universo”, conferenza che sta già richiamando studiosi da tutta Italia. “Esprimo apprezzamento al sindaco di Isnello che si è fatto promotore di un’iniziativa tanto grande con la quale d’ora in poi sarà possibile collegare un territorio periferico ad una dimensione più ampia. Isnello da oggi si inserisce in una logica nuova che supera l’idea di periferia, credo un patrimonio che diventa dell’umanità – spiega il sindaco Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia, che ha ricevuto il cosmologo a Palazzo delle Aquile – Auspico che in un prossimo futuro il professor Smoot possa collaborare con Palermo e la sua università”.
Con il cosmologo americano, sarà presente ad Isnello, Giovanni Bignami, numero uno dell’astronomia italiana, oggi alla guida dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Bignami parlerà di “Oro dagli asteroidi e asparagi da Marte”, il suo libro sulle esplorazioni spaziali e i futuri viaggi per trovare e abitare nuovi mondi.
La presenza di Smoot e di Bignami – che l’anno scorso ha ricevuto il Premio Gal Hassin 2014 – non fa altro che sottolineare l’interesse crescente del mondo accademico mondiale sullo sviluppo del PAM. Che sarà completato in primavera, e sarà subito attivo, almeno per quanto riguarda la fruizione del grande planetario aperto al pubblico e alle scuole. Il Parco Astronomico delle Madonie, infatti – ed è questa la sua caratteristica più interessante – permetterà un’immersione a 360 gradi nel mondo dell’astronomia, anche (e soprattutto) per i non esperti, gli studenti, gli appassionati che potranno seguire sul campo il lavoro degli studiosi.
“Mi piace citare Einstein: “Se l’idea all’inizio non è assurda, allora non vi è nessuna possibilità che si realizzi”. Bene, il PAM lo abbiamo sognato, lo abbiamo definito nella sua progettualità e lo abbiamo realizzato – dice il sindaco di Isnello, Giuseppe Mogavero – . Se all’inizio esiste un sogno, l’amministratore può anche lui sognare, ma, poi, deve adoperarsi per dare concretezza al sogno”.
Il Parco Astronomico delle Madonie raggiungerà punti di eccellenza superiori a quelli realizzati dalla University of North Carolina in una struttura simile, ma meno evoluta, a Cerro Tololo in Cile.
Agli inizi degli anni ‘70 gli astronomi italiani indicarono Piano Battaglia come il luogo ideale per osservare il cielo. Era, dunque, il posto adatto per ospitare il telescopio nazionale. La limpidezza del cielo, la lontananza da fonti estranee o inquinanti (anche le luci delle città) rendevano Piano Battaglia assolutamente perfetto per scoprire galassie, analizzare stelle, perdersi nell’immensità dell’universo.
E’ stata scelta dunque la sommità di Monte Mufara (quota 1.865 metri, ovvero il sito osservativo astronomico più alto d’Italia), per ospitare il PAM, un investimento straordinario che è stato finanziato dal CIPE con sette milioni e mezzo di euro a cui se ne aggiungono altrettanti in strutture da parte del Comune e derivanti da ulteriori finanziamenti. Inoltre il Ministero dell’Università e della Ricerca ha recentemente assegnato un milione di euro all’INAF, per l’avvio delle attività di gestione del PAM.
“Abbiamo approfondito particolarmente i temi connessi agli aiuti alla ricerca in questi mesi – interviene il Sottosegretario all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca, Davide Faraone che si è adoperato per il finanziamento al PAM – Siamo consapevoli del fatto che sia un comparto di fondamentale importanza per lo sviluppo nazionale, soprattutto per ambire a una competizione internazionale. Per questo dovremmo fare in modo di aumentare gli investimenti: sono risorse che ritornano in tempi brevi in sviluppo e ricchezza. Però già da adesso, nell’assegnazione delle somme ai singoli enti, abbiamo voluto confermare le somme per quei progetti e per quelle realtà che sono importanti dal punto di vista scientifico e come impatto diretto nei territori.
Il Parco Astronomico di Isnello è uno di questi. E nel FOE abbiamo previsto un contributo specifico e importante. Non è un regalo. È un investimento, è un riconoscimento che sono sicuro che metterete a frutto”. “L’opera che Isnello sta realizzando muove grande interesse da parte dell’Inaf che intende sostenere le attività del Centro – interviene Giovanni Bignami, alla guida dell’Istituto Nazionale di Astrofisica – che, fin d’ora, si dichiara disponibile a definire con il comune madonita un’apposita convenzione; e a partecipare, nell’ambito della Fondazione che si prospetta per la gestione del centro, in qualità di socio co-fondatore”.
Quindi, il nuovissimo centro destinato alla ricerca, alla divulgazione e alla didattica delle scienze astronomiche, sarà uno degli investimenti più importanti del meridione d’Italia nel campo della cultura. E’ proprio sottolineando il progetto del PAM che l’Unione Astronomica internazionale, nel 2009, ha dato il nome “Isnello” all’asteroide 6168, tra Marte e Giove.
E l’anno scorso, il nome “Pinomogavero” (dal nome del sindaco che ha fortemente voluto il progetto del PAM) all’asteroide 4627 scoperto il 5 settembre 1985 da Henri Debehogne presso l’Osservatorio australe europeo (ESO, La Silla, in Cile).
Ed eccolo, dunque, il PAM che unisce, alla stazione osservativa per la ricerca, un grande planetario, digitale, con capienza 75 posti, una terrazza osservativa con 12 strumenti di osservazione, un radiotelescopio con parabola di 2,3 metri, un laboratorio astronomico all’aperto con orologi solari di vario tipo, un mappamondo monumentale con supporto ed asse di rotazione, un planisfero, un laboratorio solare in cui, tramite un eliostato, potrà essere proiettato su uno schermo il disco solare in tempo reale per la sua analisi; laboratori didattici e un museo multimediale.
La stazione di ricerca ospiterà un telescopio riflettore della classe di 1 metro, del tipo “a grande campo” (circa 7 gradi quadrati), robotico e fruibile “in remoto”, ovvero studenti e studiosi potranno collegarsi on line, al centro operativo di controllo, che programma e assegna i tempi di ricerca. Una possibilità enorme, non solo per i ricercatori di tutto il mondo, ma anche per gli studenti delle università italiane e straniere che intendono intraprendere la carriera scientifica in campo astronomico.
Con questo strumento (tra i più avanzati in Europa), si potranno effettuare ricerche astronomiche come scoperte e osservazioni di pianeti extrasolari in orbita attorno a stelle vicine, osservazioni di near-Earth objects (oggetti pericolosi per la Terra), monitoraggio di stelle variabili e nuclei galattici attivi, afterglow di gamma-ray e x ray burst. Secondo Giovanni Valsecchi, astrofisico Inaf-Iaps (Istituto di Astrofisica e Planetologia spaziale di Roma) “non ci sono attualmente nel continente europeo, e non ci saranno nel prevedibile futuro, telescopi con caratteristiche paragonabili a quelle dello strumento installato su Monte Mufara.
Questo telescopio possiede caratteristiche che lo rendono adatto alla scoperta ed all’inseguimento di asteroidi pericolosi per la Terra. Il fatto di trovarsi al centro di una vasta area continentale sprovvista di altri telescopi simili, gli assicura un ruolo importante e centrale per queste attività”.
Gli occhi del mondo astronomico sono quindi puntati su Isnello: hanno già dichiarato interesse al Parco Astronomico delle Madonie, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Istituto di Astronomia e Astrofisica Eberhard Karls-Universitat di Tübingen, in Germania;, l’ONU, Action Team on Near-Earth Objects; la NASA/ JPL (Near-Earth Object Program Office) e l’Università di Pisa.
Il PAM non sarà slegato dal territorio, anzi: la sua nascita e crescita, oltre che riqualificare in termini di “cultura” un territorio regionale vasto, avrà inevitabili ricadute sul Isnello e l’intero comprensorio in termini di sviluppo durevole e sostenibile in aree di interesse paesaggistico. Un valore aggiunto per uno scenario naturale dalle eccezionali caratteristiche fisiche (meteo-climatiche, seeing, scarsissimo inquinamento luminoso) non riscontrabili in altre aree d’Italia. Senza contare che il lavoro di un piccolo comune come Isnello è un ulteriore passo nella delocalizzazione strategica: non è detto, infatti, che la scienza debba per forza abitare nelle grandi città metropolitane.