E’ la polemica del giorno: l’apparizione di alcuni membri della famiglia romana Casamonica (protagonisti dell’ormai famoso funerale con cocchio e musiche del Padrino celebrato nella Capitale) nel salotto televisivo di Porta a Porta, su Rai 1.
Il Pd, Sel e il M5S sono stati piuttosto critici con Bruno Vespa, mentre i social network stanno bersagliando il conduttore di uno dei programmi Rai più longevi che proprio ieri ha sbancato l’auditel.
Del caso ne abbiamo parlato con Claudio Fava, giornalista e vice presidente della Commissione parlamentare antimafia: “Non sono contrario per principio al fatto che questa gente possa essere intervistata – esordisce il parlamentare – ma non mi sembra che questa trasmissione avesse la mozione di un approfondimento giornalistico in cui i Casamonica erano chiamati a rispondere delle loro storie personali e penali, ma piuttosto una appendice dei funerali del parente che si sono svolti a Roma, un happening”.
Nello specifico Fava analizza che “il fatto che poi si siano presentati con l’avvocato, fa capire come cerchino di sfruttare la ribalta televisiva per mettere sul tappeto le proprie ragioni a difesa e discolpa”.
Il giudizio del politico catanese è molto severo: “Ieri sera – ha aggiunto – non è stato giornalismo, ma spettacolo e avanspettacolo. Il giornalismo si può fare avendo come oggetto anche i Casamonica ed ascoltandoli. Ma è stata cosa diversa, c’è stato il ‘Rez de chaussee” dei funerali che ci sono stati”.
Secondo Fava “Vespa esercita sulla sua trasmissione una sorta di potestà che ha poco a che fare con le funzioni, i doveri gli obiettivi del servizio pubblico. Le trasmissioni di inchiesta ed approfondimento giornalistico sono cosa ben diversa da quello che viene fatto nello studio di Vespa”.