“Non credevo che mia sorella, la figlia maggiore di mio padre, quella con cui parlava con il solo sguardo, dopo 23 anni da via D’Amelio dovesse vivere un calvario simile al suo, nella stessa terra che lo ha elevato suo malgrado a eroe”. Queste le dure parole di Manfredi Borsellino, figlio del magistrato ucciso insieme ai cinque agenti della sua scorta il 19 luglio 1992. Manfredi è intervenuto a sorpresa nell’aula Magna del tribunale di Palermo, dove è in corso la commemorazione del padre Paolo organizzata dall’Associazione nazionale magistrati, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Sono qui per parlare a nome di mia sorella Lucia – ha aggiunto – ma per le mansioni che ricopro (Manfredi Borsellino è un commissario polizia in servizio a Cefalù, ndr) non posso entrare nel merito delle indiscrezioni giornalistiche di questi giorni, che indipendentemente dalle verifiche che saranno fatte, hanno comunque turbato tutti ma non l’interessata. Mia sorella da oltre un anno era infatti consapevole di lavorare tra l’ostilità. Offesa per aver fatto il suo lavoro, un trattamento simile a quello ricevuto da mio padre e da altri martiri della giustizia”.
Il figlio del magistrato, visibilmente emozionato, poi si è rivolto direttamente al capo dello Stato.”Sono qui essenzialmente per lei – ha detto Manfredi, - non era prevista la mia presenza oggi, né un mio intervento che rischia di far saltare la scaletta prevista. Non sono qui per ricordare o commemorare, lo faranno altri meglio di me senza commuoversi. Lei è tra questi, perché lei non solo ha il nostro stesso vissuto, e può comprendere cosa io e le mie sorelle sa cosa stiamo vivendo. Ma lei è sempre stato un punto di riferimento per mio padre e la mia famiglia. Ho avuto l’onore e l’occasione di assistere per due volte a un colloquio telefonico con mio padre e ho sempre notato la reverenza, il grado di stima che provava nei suoi confronti”.
“Forse dovrei chiedere ai miei superiori di essere trasferito e svolgere il mo lavoro altrove, lontano da questa terra. Ma ho il dovere di rimanere qui. lo devo a mio padre e a mia sorella Lucia”, ha concluso Borsellino con la voce rotta dalla commozione. Subito dopo il presidente Mattarella lo ha abbracciato con affetto.